Il Paleolitico e il Neoitico
PALEOLITICO
Introduzione:
E' il periodo più antico della preistoria è denominato per questo Paleolitico, "età della pietra antica".
Il Paleolitico è il primo e il più lungo periodo della preistoria: comprende un arco di temo che va da circa 2,2 milioni di anni fa fin a circa 10 000 anni prima di Cristo.
L'economia di caccia e raccolta
Quella del Paleolitico era un'economia di prelievo, basata cioè non sulla produzione di beni, ma sulla caccia, la pesca e la raccolta di risorse già presenti in natura.
I metodi di caccia erano basati sia sulla forza fisica che sull'astuzia. Sembra che i cacciatori preistorici spaventassero gli animali con il fuoco per spingerli in passaggi stretti che conducevano verso strapiombi: qui essi venivano fatti precipitare e poi uccisi con pietre, bastoni, lance, arpioni e archi. Talvolta venivano preparate delle trappole scavando fosse in cui venivano fatti cadere gli animali.
Società di bande e nomadismo
Le immagini ritrovate nelle caverne ci dicono che probabilmente, all'interno di ciascun gruppo umano, avvenne una forma di divisione divisione del lavoro in base al sesso: le donne si occupavano della raccolta, gli uomini della caccia e della pesca.
La caccia ad animali di grossa taglia richiese certamente l'aggregazione degli individui in gruppi abbastanza numerosi: gli antropologi chiamano bande le prime comunità.
un'organizzazione sociale basata su piccole comunità era la più adatta ad un'economia di caccia e raccolta, che imponeva continui spostamenti alla ricerca di ambienti ricchi di risorse vegetali e animali.
Il nomadismo era dunque un'altra caratteristica fondamentale di queste comunità.
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NEOLITICO
La rivoluzione neolitica
Al Paleolitico seguì una fase della preistoria, compresa fra 10 000 e il 3000 a.C, abitualmente denominata Neolitico ("età della pietra nuova").
Il nuovo modo di lavorare la pietra non fu un'aspetto, e neppure il più importante, di un cambiamento di portata storica che caratterizzò l'età neolitica: la domesticazione di piante e animali, ovvero la nascita dell'agricoltura e dell'allevamento.
Economia di produzione e trasformazione dell'ambiente
Fu l'archeologo australiano Vere don Childe a parlare di rivoluzione neolitica, per indicare che nell'arco di alcuni millenni si verificò un cambiamento profondo nello stile di vita egli esseri umani dal punto di vista non solo economico,ma anche sociale e culturale.
Dall'economia di prelievo tipica del Paleolitico si passò a un'economia di produzione, cioè a un'economia in cui i gruppi umani non utilizzano beni già presenti in natura ma imparano a manipolare la natura per produrre risorse di cui hanno bisogno. Si trattò di un gran cambiamento culturale, con le società agricole del Neolitico iniziò quella trasformazione del territorio che ha caratterizzato fino ad oggi, la civilizzazione.
La domesticazione degli animali
L'uomo cominciò a scoprire i modi per addomesticare gli animali, passando dalla pura predazione all'allevamento. Anche in questo caso, grande importanza ebbe l'esperienza della caccia selettiva, attraverso cui le bande paleolitiche avevano imparato a cacciare senza impedire la riproduzione delle specie cacciate, per esempio risparmiando le femmine.
Con l'invenzione della ruota nel IV millennio a.C., per traino dei carri.
Nell'arco di alcune migliaia di anni il modello economico basato sulla coppia agricoltura/allevamento sostituì gradualmente quello di caccia/raccolta: da allora, e fino all'avvento della società industriale del XIX secolo, questo modello ha fornito la base delle civiltà umane.
La ceramica
L'agricoltura e l'allevamento portano con sé nuovi strumenti e nuove tecniche.
I primi aratri, che migliorarono il dissodamento dei terreni, accrescendo la produttività dei suoli.
Con l'aumentata disponibile di piante commestibili, nacque anche la possibilità di immagazzinare le riserve, soprattutto di cereali, per affrontare l'inverno; era perciò necessari grossi contenitori.
Al posto dei recipienti in pelle, vennero usati sempre più frequentemente quelli in ceramica. Gli strumenti in ceramica, rispetto a quelli più antichi, si rivelarono senza dubbio più funzionali.
La domesticazione della capra e della pecora e la coltivazione di fibre vegetali, come il lino, stimolarono infine lo sviluppo di tecniche di filatura e tessitura, con i relativi strumenti quali, il fuso, la spola e i primi telai.
La scoperta dei metalli
Intorno al 5000 a.C. un'altra importantissima innovazione caratterizzò l'ampia area compresa fra l'Egitto e l'India: la scoperta e la lavorazione dei metalli, che consentì un balzo i avanti tecnologico di un grande rilievo.
La metallurgia mise a sua disposizione un materiale molto più resistente e plasmabile, adatto a fabbricare i più diversi tipi di strumenti, dalle zappe alle armi. Possiamo dire che, insieme alla ruota e all'aratro , la metallurgia costituì la più importante innovazione tecnologica del mondo antico.
Il rame e il bronzo
Il primo metallo lavorato fu il rame.
Forgiato, cioè martellato, a freddo o a caldo, il rame assumeva la forma dell'oggetto desiderato. Con il nuovo materiale, vanghe, falci, zappe divennero molto più resistenti, consentendo notevoli progressi nel lavoro agricolo: ma con il rame si fabbricarono anche armi e oggetti artistici.
Un ulteriore progresso fu rappresentato dal bronzo, la cui lavorazione iniziò alla metà del III millennio a.C. Il bronzo era una lega di rame e stagno che presentava il vantaggio di fondere a una temperatura bassa e di essere, una volta raffreddato, molto più resistente del rame.
Il segreto d ferro
Discorso analogo può essere fatto per il ferro, la cui lavorazione è attestata intorno al XIV secolo a.C.presso un popolo, gli hittiti, che ne detenne a lungo il possesso esclusivo: solo verso la fine del II millennio la tecnologia della lavorazione del ferro si diffuse nel Vicino Oriente, nel Mediterraneo e in Europa.
Infatti, la lavorazione del ferro presentava una complessità molto maggiore di quella degli altri metalli, soprattutto per l'elevata temperatura di fusione non raggiungibile nei forni dell'epoca.
Con il ferro, l'uomo ebbe a disposizione un materiale di grande resistenza, le cui immediate applicazioni mutarono profondamente sia il lavoro agricolo, sia l'arte militare: gli eserciti dotati di armi in ferro divennero ben presto imbattibili.
Commerci e mercanti
I metalli dunque, oltre a costituire una grande innovazione tecnologica, stimolarono i commerci.
Metalli, bestiame, prodotti agricoli non deperibile, tessuti, ceramiche, armi e altri manufatti: questi erano beni che circolavano in una rete commerciale.
Le transazioni commerciali avvenivano nella forma del baratto, scambiando merce con merce.
Dopo il fabbro, l'artigiano che sapeva lavorare i metalli, nasceva, così un'altra figura, quella del mercante, destinata a venire protagonista degli scambi fra i popoli.
Nomadismo e sedentarietà
Secondo una tesi per lungo tempo prevalente, la sedentarizzazione sarebbe stata una conseguenza del passaggio all'agricoltura: i nuovi coltivatore, infatti, dovendo seguire con continuità le colture e provvedere alla raccolta e all'immagazzinamento dei prodotti, abbandonarono il nomadismo tipico dell'economia di caccia e raccolta e iniziarono a radunarsi in villaggi divenendo sedentari.
E' probabile che per un lungo tempo sedentarietà e nomadismo siano convissuti e che molti gruppi umani abbiano praticato dorme di seminomadismo, con una parte della comunità divenuta stanziale e un'altra che invece si muoveva seguendo le migrazioni delle prede di caccia o portando i greggi al pascolo.
Ma l'importante è comprendere che esiste un nesso strettissimo fra agricoltura e sedentarizzazione: con la diffusione dell'agricoltura, si ebbe anche lo sviluppo dei villaggi e poi delle città.
Il villaggio Neolitico
Il tipico villaggio neolitico, situato vicino ai campi coltivati, era un agglomerato di venti-trenta capanne, con caratteristiche variabili a seconda delle regioni e dei materiali da costruzione disponibili: legno, pietra, mattoni di argilla cotti al sole. Per ragioni difensive, le case potevano essere addossate le une alle altre, o circondate da cinte murarie costruite di terra o con mattoni.
La popolazione era suddivisa in ampi gruppi, detti clan, che ritenevano di discendere da un antenato comune.
Le decisioni che riguardavano tutta la comunità agricola venivano prese in comune, solo nei casi più importanti si seguiva i parere degli anziani.
Solo in casi eccezionali, e comunque per un periodo di tempo limitato, veniva eletto tra gli anziani un capo unico.
Introduzione:
E' il periodo più antico della preistoria è denominato per questo Paleolitico, "età della pietra antica".
Il Paleolitico è il primo e il più lungo periodo della preistoria: comprende un arco di temo che va da circa 2,2 milioni di anni fa fin a circa 10 000 anni prima di Cristo.
caccia |
Quella del Paleolitico era un'economia di prelievo, basata cioè non sulla produzione di beni, ma sulla caccia, la pesca e la raccolta di risorse già presenti in natura.
raccolta |
Società di bande e nomadismo
Le immagini ritrovate nelle caverne ci dicono che probabilmente, all'interno di ciascun gruppo umano, avvenne una forma di divisione divisione del lavoro in base al sesso: le donne si occupavano della raccolta, gli uomini della caccia e della pesca.
La caccia ad animali di grossa taglia richiese certamente l'aggregazione degli individui in gruppi abbastanza numerosi: gli antropologi chiamano bande le prime comunità.
un'organizzazione sociale basata su piccole comunità era la più adatta ad un'economia di caccia e raccolta, che imponeva continui spostamenti alla ricerca di ambienti ricchi di risorse vegetali e animali.
Il nomadismo era dunque un'altra caratteristica fondamentale di queste comunità.
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NEOLITICO
La rivoluzione neolitica
Al Paleolitico seguì una fase della preistoria, compresa fra 10 000 e il 3000 a.C, abitualmente denominata Neolitico ("età della pietra nuova").
Il nuovo modo di lavorare la pietra non fu un'aspetto, e neppure il più importante, di un cambiamento di portata storica che caratterizzò l'età neolitica: la domesticazione di piante e animali, ovvero la nascita dell'agricoltura e dell'allevamento.
Economia di produzione e trasformazione dell'ambiente
Vere don childe |
Dall'economia di prelievo tipica del Paleolitico si passò a un'economia di produzione, cioè a un'economia in cui i gruppi umani non utilizzano beni già presenti in natura ma imparano a manipolare la natura per produrre risorse di cui hanno bisogno. Si trattò di un gran cambiamento culturale, con le società agricole del Neolitico iniziò quella trasformazione del territorio che ha caratterizzato fino ad oggi, la civilizzazione.
La domesticazione degli animali
ruota |
Con l'invenzione della ruota nel IV millennio a.C., per traino dei carri.
Nell'arco di alcune migliaia di anni il modello economico basato sulla coppia agricoltura/allevamento sostituì gradualmente quello di caccia/raccolta: da allora, e fino all'avvento della società industriale del XIX secolo, questo modello ha fornito la base delle civiltà umane.
aratro |
L'agricoltura e l'allevamento portano con sé nuovi strumenti e nuove tecniche.
I primi aratri, che migliorarono il dissodamento dei terreni, accrescendo la produttività dei suoli.
dissodamento terreno |
Al posto dei recipienti in pelle, vennero usati sempre più frequentemente quelli in ceramica. Gli strumenti in ceramica, rispetto a quelli più antichi, si rivelarono senza dubbio più funzionali.
La domesticazione della capra e della pecora e la coltivazione di fibre vegetali, come il lino, stimolarono infine lo sviluppo di tecniche di filatura e tessitura, con i relativi strumenti quali, il fuso, la spola e i primi telai.
La scoperta dei metalli
Intorno al 5000 a.C. un'altra importantissima innovazione caratterizzò l'ampia area compresa fra l'Egitto e l'India: la scoperta e la lavorazione dei metalli, che consentì un balzo i avanti tecnologico di un grande rilievo.
La metallurgia mise a sua disposizione un materiale molto più resistente e plasmabile, adatto a fabbricare i più diversi tipi di strumenti, dalle zappe alle armi. Possiamo dire che, insieme alla ruota e all'aratro , la metallurgia costituì la più importante innovazione tecnologica del mondo antico.
Il rame e il bronzo
Il primo metallo lavorato fu il rame.
bronzo |
rame |
Un ulteriore progresso fu rappresentato dal bronzo, la cui lavorazione iniziò alla metà del III millennio a.C. Il bronzo era una lega di rame e stagno che presentava il vantaggio di fondere a una temperatura bassa e di essere, una volta raffreddato, molto più resistente del rame.
Il segreto d ferro
stagno |
società ittita riassunto |
Infatti, la lavorazione del ferro presentava una complessità molto maggiore di quella degli altri metalli, soprattutto per l'elevata temperatura di fusione non raggiungibile nei forni dell'epoca.
ferro |
Commerci e mercanti
fabbro |
Metalli, bestiame, prodotti agricoli non deperibile, tessuti, ceramiche, armi e altri manufatti: questi erano beni che circolavano in una rete commerciale.
mercante |
Dopo il fabbro, l'artigiano che sapeva lavorare i metalli, nasceva, così un'altra figura, quella del mercante, destinata a venire protagonista degli scambi fra i popoli.
Nomadismo e sedentarietà
Secondo una tesi per lungo tempo prevalente, la sedentarizzazione sarebbe stata una conseguenza del passaggio all'agricoltura: i nuovi coltivatore, infatti, dovendo seguire con continuità le colture e provvedere alla raccolta e all'immagazzinamento dei prodotti, abbandonarono il nomadismo tipico dell'economia di caccia e raccolta e iniziarono a radunarsi in villaggi divenendo sedentari.
E' probabile che per un lungo tempo sedentarietà e nomadismo siano convissuti e che molti gruppi umani abbiano praticato dorme di seminomadismo, con una parte della comunità divenuta stanziale e un'altra che invece si muoveva seguendo le migrazioni delle prede di caccia o portando i greggi al pascolo.
Ma l'importante è comprendere che esiste un nesso strettissimo fra agricoltura e sedentarizzazione: con la diffusione dell'agricoltura, si ebbe anche lo sviluppo dei villaggi e poi delle città.
Il villaggio Neolitico
Il tipico villaggio neolitico, situato vicino ai campi coltivati, era un agglomerato di venti-trenta capanne, con caratteristiche variabili a seconda delle regioni e dei materiali da costruzione disponibili: legno, pietra, mattoni di argilla cotti al sole. Per ragioni difensive, le case potevano essere addossate le une alle altre, o circondate da cinte murarie costruite di terra o con mattoni.
villaggio neolitico |
Le decisioni che riguardavano tutta la comunità agricola venivano prese in comune, solo nei casi più importanti si seguiva i parere degli anziani.
Solo in casi eccezionali, e comunque per un periodo di tempo limitato, veniva eletto tra gli anziani un capo unico.
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