Lo scenario evolutivo della specie umana
evoluzione dei primati |
La prima tappa del nostro scenario evolutivo risale a 65 milioni di anni fa, quando all'interno della classe dei mammiferi emerse l'ordine dei primati.
Le caratteristiche comuni a tutti i primati sono le dita lunghe e flessibili e gli occhi disposti frontalmente, che consentono la visione binoculare, nella quale i campi visivi dei due occhi si fondono creando un'immagine tridimensionale.
Le scimmie antropomorfe e gli ominidi hanno il pollice opponibile, cioè possono toccare con il pollice la punta di tutte e 4 le altre dita, cosa che gli consente di afferrare gli oggetti.
Seconda tappa: gli ominidi
rift valley |
L'ambiente della savana, con la sua vegetazione rada e bassa di boscaglie e la sua piovosità stagionale impose alle scimmie di quest'area di adattarsi a a livello del suolo, in cui era necessario compiere anche lunghi tragitti procacciarsi il cibo.
Terza tappa: la stazione eretta
Il bipedismo e la stazione eretta erano infatti le caratteristiche fondamentali di un particolare tipo di ominide vissuto fra i 4 e i 2 milioni di anni fa, al quale gli studiosi hanno dato il nome di australopiteco, cioè scimmia del su, perché i suoi resti sono stati trovati nell'Africa meridionale.
Quarta tappa: homo abilis
2,2 milioni di anni fa con caratteristiche nuove rispetto agli australopitechi: cervello più sviluppato, denti piccoli, braccia più corte, minore prognatismo facciale. Ma soprattutto, tali resti erano spesso associati a pietre lavorate e affilate: per questo insieme di ragion i ricercatori ha ritenuto ritrovarsi di fronte un nuovo genere Homo, che hanno battezzato come Homo abilis per la sua capacità di lavorare la pietra.
amigdale |
il fuoco una nuova scoperta |
Quinta tappa: intorno al fuoco
Un milione e mezzo di anni fa si sviluppò l'Homo erectus, perfezionò la lavorazione della pietra fabbricando utensili bifacciali, cioè lavorati su entrambe le facce detti amigdale per la forma a mandorla; imparò a controllare e poi ad accendere il fuoco, che gli consentì di riscaldarsi, di cuocere la carne, di tenere lontani gli animali feroci; iniziò ad abitare in ripari occasionali, come grotte ma anche capanne fatte di rami, sterpi e pelli. Fu inoltre il primo ominide a uscire dall'Africa.
Homo Sapiens
L'ultima tappa del nostro scenario evolutivo porta il nome di Homo Sapiens, la cui comparsa in Africa è databile fra i 200 000 e i 150 00 anni fa.
Secondo alcuni studiosi, apparterrebbero alla specie Homo Sapiens anche l'uomo di Neanderthal
Gli studi più recenti, basati sull'analisi del DNA, fanno però ritenere che l'uomo di Neanderthal sia stata una specie a sé, che fece la sua comparsa 75 000 ani fa e si estinse intorno a 35 000 anni fa per cause ancora non accertate: l'ipotesi più plausibile è che esso sia stato sconfitto nella competizione per il cibo, il territorio e le risorse, proprio dal temibile rivale Homo Sapiens.
evoluzione del cranio |
L'uomo moderno
Il rimo ritrovamento in Europa di Homo Sapiens risale al 1868 nella località Francese di Cro-Magnon.
Per questo Homo Sapiens è anche chiamato uomo di Cro Magnon.
Questo ominide aveva caratteristiche somatiche ormai pienamente umane: scheletro piuttosto gracile, cervello voluminoso prognatismo ridotto o assente, denti piccoli. Ma le sue caratteristiche evolutive più rilevanti non erano di ordine somatico, quanto culturale, e si riassumevano in uno sviluppo di intelligenza superiore a qualsiasi essere fino ad allora esistito. Questo nostro progenitore, era in grado di comunicare con un linguaggio complesso, di concepire ed esprimere concetti astratti, di realizzare opere d'arte. Caratteristiche che lo distinguevano ormai da ogni altra specie animale.
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