E la chiamano estate

Questa storia è ambientata ad Awago Beach, dove è ambientata la storia, è un posto qualsiasi di villeggiatura, un po’ sperduto, per famiglie normali con problemi normali.
Mariko Tamaki, la sceneggiatrice, fa girare la storia intorno alle sue giovani protagoniste: Rose, magra e timida, il vero centro del fumetto, e la sua amica vivace e paffuta Windy.
Le ragazze girano per tutta Awago, incontrano i personaggi del luogo, ragazzi semplici, ma soprattutto si confrontano con i grandi temi dell’adolescenza, tra cui la scoperta del sesso, argomento delicato ma trattato in maniera innaturale..
Le due ragazzine vivono nella loro semplicità, ancora piccole: quando si è piccoli si sentono e si vedono tante cose, che appaiono misteriose.
Su queste parole misteriose, su queste situazioni che appaiono enormi, sull’impressione che fanno sulle due giovani protagoniste si costruisce un po’ questa storia, e anche sulla loro ricerca di tutto quello che non sanno ancora, di tutte quelle esperienze che le faranno maturare.
Tutta quella fretta di crescere ma non troppo, di voler comunque giocare nella sabbia, che le cugine Tamaki sono riuscite a rendere in maniera eccellente in questa storia, in maniera dolce e delicata ma senza tirarsi indietro su alcuni temi.
La famiglia di Rose  è in una situazione un po’ turbolenta, i due genitori non riescono ad avere un altro figlio e questo sta creando delle tensioni che rischiano di rovinare la vacanza e coinvolgere Rose: la ragazzina ha capito il problema ma non vuole andare a fondo, vede la difficoltà dei genitori ma, come le dirà il padre, capisce che sono cose da adulti a cui non deve e non vuole pensare, ma che sicuramente non la faranno stare tranquilla.
La narrazione procede per episodi brevi, e i dialoghi davvero fanno pensare a degli adolescenti moderni in tutto e per tutto: Rose e Windy invece sono vere nei loro dubbi e nel loro entusiasmo semplice.
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Insomma di storie di adolescenti se ne vedono sempre, ma questa è una di quelle che mi ha più convinto perché, oltre che bella e ben disegnata, sembra davvero trattare di adolescenti esistenti.

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