Opliti, legislatori, tiranni

Un tema fondamentale: la cittadinanza
Gli esclusi dalla cittadinanza furono sempre la maggioranza nelle città greche, quale che fosse la loro organizzazione politica.
Vi erano due modelli -il primo era sparta, il secondo era Atene- esistevano una grande varietà di soluzioni intermedie.

La polis aristocratica
Alla fine dell'VIII secolo a.C. il potere nelle poleis greche era detenuto dalle grandi famiglie aristocratiche i ghene, che avevano soppiantato i re di cui ci racconta l'odissea.
Tra questi elementi c'era innanzitutto la ricchezza, erano gli aristocratici a possedere la maggior parte delle terre.
Oltre che dalla terra, la loro ricchezza derivava dalla guerra e dalla pirateria, un'attività che, come attesta Tucidide, in età arcaica era considerata non solo normale ma onorevole.

La polis: una legge uguale per tutti
Il concetto di polis, coincide con l'idea di un governo comune si ha una polis quando si è creato uno spazio pubblico, cioè uno spazio di discussione e di decisione e un insieme di istituzioni, cui possono accedere tutti i membri della comunità che ne hanno diritto.
L'ideale o il principio che guida la polis nella sua evoluzione politica è espresso nel termine greco isonomia, da isos, "uguale" e namos, "legge". Isonomia vuol dire che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.
E' bene dire subito che questo termine non coincide con democrazia che significa "potere del popolo".

Il potere aristocratico
Al consiglio degli anziani (Gherusia), che affiancava gli arconti ricoprivano le magistrature amministrando la giustizia in base a leggi non scritte tramandate oralmente ritenute di origine divina di cui essi erano gli esclusivi depositari.
Il demos, inizialmente era del tutto escluso dal governo cittadino; in taluni situazioni, tuttalpiù, potevano partecipare all'assemblea che non aveva però nessun potere reale.

Le rivendicazioni del Demos
A partire dal VII secolo avanti cristo lo strapotere aristocratico incominciò a suscitare crescenti conflitti e tensioni.
I piccoli e medi contadini che costituivano il grosso del demos faticavano a ricavare dalla terra un raccolto sufficiente; non riuscendo a pagare il debito venivano ridotti in schiavitù.
Dall'altra parte, lo sviluppo dell'artigianato e dei commerci legato alla colonizzazione aveva valorizzato, all'interno del demos , le figure degli artigiani e dei mercanti.
Queste spinte alimentarono il processo che condusse, in molte poleis greche a una riduzione del potere aristocratico e a una progressiva estensione della cittadinanza, le tappe fondamentali di questo processo in età arcaica:

  • la riforma oplitica
  • l'epoca delle legislazioni scritte
  • l'epoca delle tirannidi

Dall'eroe omerico al cittadino soldato
Nella prima metà del VII secolo a.C. come attestano le fonti archeologiche, fu introdotta negli eserciti greci un'innovazione destinata ad avere enormi ripercussioni sociali e politiche: la riforma oplitica.
Fino a quel momento solo i nobili potevano occuparsi della guerra, perché solo il possesso di ingenti ricchezze permetteva di acquistare costosi carri, cavalli, armi e corazze di metallo.
Con la riforma militare del VI secolo a.C venne introdotta la falange oplitica, un'esercito formato non più da cavalieri, ma da un compatto schieramento di fanti armati di scudo, spada, pesante armatura e lunga lancia.

I legislatori
contemporaneamente alla riforma oplitica veniva messo in discussione un secondo privilegio esclusivo degli aristocratici, l'amministrazione della giustizia.
Tra il VII e il VI secolo avanti cristo si diffusero in moltissime poleis legislazioni scritte, opere di singoli legislatori che riguardavano soprattutto il diritto penale, in particolare l'omicidio, ma anche le regole della vita della polis, i diritti e la cittadinanza.
I più antichi legislatori vissero nelle colonie d'occidente, dove le comunità, benchè aristocratiche, a cause delle loro recenti origini, sentivano meno il peso della tradizione ed erano quindi, più disposte ad accogliere principi di uguaglianza.
Nella Grecia continentale, le più antiche legislazioni erano legate alla figura semi leggendaria di Licurgo a Sparta il quale tuttavia non elaborò un codice scritto, e gli Ateniesi Dracone.

Una svolta storica
Le legislazioni scritte. Misero fine a una lunga fase in cui l'amministrazione della giustizia era sottratta a ogni controllo ed era dunque facilmente soggetta allo strapotere aristocratico. bisogna osservare che fu la stessa aristocrazia a promuovere le legislazioni scritte: questo fatto venne generalmente interpretato come segno della crescente consapevolezza da parte delle classi dirigenti della polis, garantendo a tutti i cittadini una maggiore certezza del diritto.

Al potere con il demos: i Tiranni
A partire dalla metà del VII secolo a.C. singoli individui chiamati tiranni conquistarono il potere assoluto spesso con la violenza, il tiranno era in genere un aristocratico anche se emarginato dai circoli di comando della città. Prendeva il potere appoggiandosi al demos e lo esercitava in modo personale e assoluto, infine, il tiranno cercava di rendere ereditario il proprio potere, trasmettendolo ai figli, ma con scarso successo, dal momento che nessuna tirannide durò più di due o tre generazioni.

Il significato storico delle tirannidi
Probabilmente diverse spinte e motivazioni, nelle varie situazioni locali, confluirono in questo fenomeno, il cui significato storico è comunque quello di avere rappresentato un ulteriore periodo di crisi dell'aristocrazia.
La politica dei tiranni fu infatti generalmente orientata a limitare il potere aristocratico.

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