ATENE: Atene nell'età arcaica, gli aristocratici al potere
Due modelli alternativi di cittadinanza
Atene realizzò una democrazia, fondata su una larga estensione della cittadinanza e sulla partecipazione del popolo alla vita politica; l regime di sparta fu una invece una oligarchia, basata sul potere di una ristretta fascia di cittadini privilegiati.
Nel corso della così detta età classica, che comprende il V e il IV secolo a.C., queste due città e i loro modelli di governo furono il punto di riferimento delle poleis.
La formazione della polis ateniese
In realtà sappiamo pochissimo di Atene prima del VII secolo a.C., certamente la polis si formò, attraverso un sinecismo, che la leggenda ateniese attribuiva all'opera del mitico re Teseo, collocandolo in un tempo antichissimo, ma che venne in realtà tra l'VIII e il VII secolo a.C.
Sta di fatto che, alla conclusione di questo sinecismo, la polis ateniese coincideva praticamente con l'intera Attica.
L'Atene aristocratica
Al potere del re, si sostituì quello degli aristocratici, che ad Atene, si chiamavano eupatridi "i ben nati" le funzioni di governo che in precedenza erano esercitate dal re vennero suddivise fra gli arconti, scelti all'interno dei Ghene aristocratici. L'arcontato era dunque una magistratura collegiale cioè tenuta da più persone la carica di arconte, in Un primo tempo vitalizia, venne in un secondo tempo decennale e a partire dal 682, annuale.
Gli arconti più importanti erano tre:
Atene realizzò una democrazia, fondata su una larga estensione della cittadinanza e sulla partecipazione del popolo alla vita politica; l regime di sparta fu una invece una oligarchia, basata sul potere di una ristretta fascia di cittadini privilegiati.
Nel corso della così detta età classica, che comprende il V e il IV secolo a.C., queste due città e i loro modelli di governo furono il punto di riferimento delle poleis.
La formazione della polis ateniese
In realtà sappiamo pochissimo di Atene prima del VII secolo a.C., certamente la polis si formò, attraverso un sinecismo, che la leggenda ateniese attribuiva all'opera del mitico re Teseo, collocandolo in un tempo antichissimo, ma che venne in realtà tra l'VIII e il VII secolo a.C.
Sta di fatto che, alla conclusione di questo sinecismo, la polis ateniese coincideva praticamente con l'intera Attica.
L'Atene aristocratica
Al potere del re, si sostituì quello degli aristocratici, che ad Atene, si chiamavano eupatridi "i ben nati" le funzioni di governo che in precedenza erano esercitate dal re vennero suddivise fra gli arconti, scelti all'interno dei Ghene aristocratici. L'arcontato era dunque una magistratura collegiale cioè tenuta da più persone la carica di arconte, in Un primo tempo vitalizia, venne in un secondo tempo decennale e a partire dal 682, annuale.
Gli arconti più importanti erano tre:
- L'arconte-re: in cui sopravviveva l'originaria figura del monarca, che aveva poteri religiosi e giudicava i reati di empietà;
- l'arconte eponimo, che era l'amministratore della città e dava il nome all'anno;
- l'arconte polemarco, che guidava l'esercito.
vi erano poi i sei arconti Tesmoteti, il cui compito era custodire le leggi che, come sappiamo, erano orali e ritenute di origine divina, una volta decaduti dalla caria, gli arconti entravano a far parte del consiglio dell'areopago, che aveva compiti importanti, quali nominare nuovi arconti e giudicare i reati di sangue e quelli religiosi.
La prima legislazione scritta
L'assemblea che ad Atene si chiamava Ekklesia, riuniva tutta la popolazione ma aveva in origine un ruolo estremamente limitato.
Il tentativo del giovane aristocratico Cilone di instaurare una tirannide e probabilmente nel 636 a.C., il tentativo fallì ma rivelava una situazione di grave instabilità politica, fu per tante di pacificare la città che nel 624 a.C, si giunse all'introduzione di leggi scritte, attribuite a Dracone. La normativa di Dracone era in realtà molto innovativa eliminava in fatti la pratica della vendetta privata o famigliare, attribuendo solo allo stato il potere di giudicare e di punire i delitti di sangue, modulava inoltre le pene in base al grado di volontà dell'azione compiuta dal colpevole, il senso era quello di ridurre gli arbìtri dell'aristocrazia, rafforzando il potere dei magistrati cittadini.
La città in preda di conflitti sociali
Le tensioni sociali e politiche all'interno della polis ateniese risultavano ulteriormente inasprite per i problemi legati alla questione agraria: bastava un raccolto insufficiente per costringere un piccolo proprietario ad indebitarsi con un aristocratico, il debito sarebbe stato restituito con una parte (pari 1/6) di un futuro raccolto.
Se questo non avveniva, il contadino poteva cadere in schiavitù, dato che i prestiti avvenivano su garanzia personale.
Solone, eletto arconte nel 594 a.C, con poteri amplissimi, ebbe dunque il preciso mandato di fare da mediatore nei conflitti che laceravano la città e che rischiavano di portarla alla guerra civile.
L'abolizione della schiavitù per debiti
Solone annullò le ipoteche, cioè i debiti di cui le piccole proprietà erano gravate, in modo che tornassero in mano ai loro proprietari.
Soppresse la schiavitù per debiti con effetto retroattivo. Solone in questo modo scontenò sia gli Eupatridi, che si videro danneggiati, sia i contadini più poveri che aspiravano a una ben più ampia ridistribuzione delle terre dell'Attica.
Ma Solone non pensava che si dovette abbattere il predominio dell'aristocrazia, il suo obiettivo era il buon governo, cioè la creazione di un regime più giusto ed equilibrato.
La divisione della società in base al reddito
Nella stessa direzione andò anche l'importantissima riforma delle istituzioni operata da solone. Egli divise l'intera popolazione dell'Attica in 4 classi in base al reddito.
La città in preda di conflitti sociali
Le tensioni sociali e politiche all'interno della polis ateniese risultavano ulteriormente inasprite per i problemi legati alla questione agraria: bastava un raccolto insufficiente per costringere un piccolo proprietario ad indebitarsi con un aristocratico, il debito sarebbe stato restituito con una parte (pari 1/6) di un futuro raccolto.
Se questo non avveniva, il contadino poteva cadere in schiavitù, dato che i prestiti avvenivano su garanzia personale.
Solone, eletto arconte nel 594 a.C, con poteri amplissimi, ebbe dunque il preciso mandato di fare da mediatore nei conflitti che laceravano la città e che rischiavano di portarla alla guerra civile.
L'abolizione della schiavitù per debiti
Solone annullò le ipoteche, cioè i debiti di cui le piccole proprietà erano gravate, in modo che tornassero in mano ai loro proprietari.
Soppresse la schiavitù per debiti con effetto retroattivo. Solone in questo modo scontenò sia gli Eupatridi, che si videro danneggiati, sia i contadini più poveri che aspiravano a una ben più ampia ridistribuzione delle terre dell'Attica.
Ma Solone non pensava che si dovette abbattere il predominio dell'aristocrazia, il suo obiettivo era il buon governo, cioè la creazione di un regime più giusto ed equilibrato.
La divisione della società in base al reddito
Nella stessa direzione andò anche l'importantissima riforma delle istituzioni operata da solone. Egli divise l'intera popolazione dell'Attica in 4 classi in base al reddito.
- la prima classe era quella dei Pentacosiomedimni, ossia coloro che aveva una rendita annua di almeno 500 medimni di cereali o 500 metreti di olio.
- la seconda classe era quella dei cavalieri, la cui rendita doveva essere di almeno 300 medimni o metreti e che potevano permettersi di mantenere un cavallo e quindi di far parte, in guerra, della cavalleria.
- La terza era quella degli Zeugiti, i piccoli proprietari con una rendita di almeno 200 medimni o metreti che permetteva loro di allevare una coppia di buoi.
- infine c'era la classe dei Teti, di scarse risorse economiche che lavoravano come operai o braccianti agricoli.
La novità della riforma soloniana
Ferma restando l'uguaglianza di base di tutti i cittadini di fronte alla legge, erano sensibili le differenze tra queste classi quanto ai diritti di cittadinanza.
Inoltre tutti i cittadini di qualunque classe che avessero compiuto trent'anni potevano far parte a turno dell'Eliea, un tribunale popolare che valutava i reati meno gravi e gli eventuali ricorsi dei cittadini contro le decisioni dei magistrati. Solone non era ancora una democrazia, quanto piuttosto una Timocrazia, cioè un regime politico dominato dai più ricchi.
Tuttavia, il grande progresso dell'ordinamento di Solone, rispetto al precedente, fu che il passaggio da una classe all'altra, essendo legata al reddito invece che alla nascita, divenne teoricamente possibile anche ai ceti meno abbienti, e questo segnò un avvicinamento alla democrazia.
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