Promessi Sposi capitoli 4-5-6

Capitolo 4
Padre Cristoforo lascia il suo convento di mattina presto per andare a casa di Lucia e ha l'animo invaso da un presentimento di sciagura. Il suo incedere (camminata) e il suo sguardo lasciano intendere di un uomo dal carattere inquieto, scorbutico e non del tutto controllato dalla pratica dell'umiltà tipica dei frati.
La sua giovinezza infatti era stata piuttosto burrascosa: il frate, il cui nome di battesimo era Lodovico, aveva un padre ricco mercante che si era ritirato dal commercio per darsi alla vita del signore nei suoi ultimi anni rimasti.
Lodovico ricevette un'educazione da nobile crescendo fra agi (vizi) e abitudini signorili e, di conseguenza, cercò i suoi compagni fra la nobiltà ma si accorse ben presto che per essere accettato avrebbe dovuto pazientare e sottomettersi. Tutto questo era in totale contrasto con la sua natura buona ma violenta, insofferente di ogni ingiustizia e desidoroso di rivalsa.
Questa sua indole impulsiva e questo senso di disprezzo verso le ingiustizie fecero si che ben presto fu nominato "il protettore dei deboli".
Per amore della giustizia girava armato e circondato di bravi proprio come quei prepotenti che lui stesso combatteva esaltando il pensiero che il fine giustifica i mezzi.
I mezzi ai quali Lodovico ricorreva per avere giustizia non erano approvati dalla sua coscienza e più volte aveva pensato di farsi frate.
Questo proposito sarebbe rimasto tale se non fosse che un giorno sfidò in un duello un signorotto locale per motivi futili. Infatti i due uomini si erano incontrati nella stessa via ma nessuno voleva cedere il passo all'altro.
Inizialmente, nella battaglia che si crea, lo scopo di Lodovico è disarmare il suo avversario ma quando un suo vecchio e fedele servitore (di nome proprio Cristoforo) viene ucciso, perde il lume della ragione e ferisce il suo avversario a morte.
Al termine dello scontro la folla, che nel frattempo si era radunata, porta Lodovico nel convento dei cappuccini per affidarlo alle cure dei frati. È in questo momento che Lodovico, ancora scosso dall'accaduto, medita sulla sua persona e decide di accogliere come segno divino il brutale combattimento che lo ha visto vincitore.
Per espiare le proprie colpe lascia tutto il suo patrimonio alla vedova di Cristoforo e prende i voti.
Si ricorda anche una richiesta di perdono avvenuta in pubblico da parte di Lodovico (ora padre Cristoforo) nei confronti del fratello della vittima: le parole del frate sono così sincere che l'intera folla si commuove.

Capitolo 5
Non appena padre Cristoforo arriva a casa di Lucia conferma che i propri tristi presentimenti erano veri: Lucia, infatti, scoppia a piangere non appena lo vede e Agnese racconta i fatti.
Il Frate appreso della vicenda rassicura le donne e pensa ad una possibile soluzione decidendo, alla fine, di affrontare personalmente don Rodrigo. L'intento è quello di dissuaderlo dal suo piano utilizzando l'unica possibile arma a sua disposizione: la religione.
Al termine della visita da Lucia si reca subito al palazzo di don Rodrigo che sorgeva tetro e minaccioso sulla cima di un poggio (il paesaggio è metafora di un brutto presagio).
Il frate viene accolto da uno dei due bravi di guardia al palazzo e successivamente viene guidato verso la sala dove don Rodrigo sta pranzando con alcuni suoi ospiti. Inizialmente frate Cristoforo ha intenzione di aspettare la fine del pranzo ma Attilio, cugino di don Rodrigo, lo esorta vigorosamente ad entrare. All'interno della sala da pranzo viene accolto con quel formale e ipocrita rispetto che le figure potenti riservano ai religiosi e viene fatto accomodare.
A tavola troviamo don Attilio, il podestà di Lecco, il dottor Azzecca-garbugli e altre figure meno importanti. Il primo discorso riguarda regole e duelli di cavalleria e le opinione sono contrastanti così che, quando padre Cristoforo viene chiamato in causa, ricorda la legge della non violenza smorzando i toni. La seconda discussione invece tratta di politica e della guerra che poteva scoppiare tra Francia e Spagna per la successione al ducato di Mantova.
L'unico argomento che trova tutti d'accordo è la carestia che, a detta dei commensali, non esiste ed è da attribuire a fornai assetati di guadagno.
La figura paziente e rispettosa dei commensali di padre Cristoforo è mal sopportata da don Rodrigo che capisce che non può evitare il dialogo e decide così di dargli udienza.

Capitolo 6
"In che posso ubbidirla?"
E' l'esordio di don Rodrigo nei confronti di padre Cristoforo. L'atteggiamento è prepotente, altezzoso e contraddice la frase all'apparenza gentile. Tale arroganza potrebbe scatenare la reazione del frate (si vede a capitolo 4 in merito alla sua natura aggressiva) il quale però, per il bene dei suoi protetti risponde pregando don Rodrigo di intervenire per riparare e consentire il matrimonio.
Questo è ciò che padre Cristoforo si era ripromesso di fare, ma la sua natura non conosce diplomazia e le sue parole suonano più come condanna che come preghiera e indispettiscono l'interlocutore don Rodrigo. Quando don Rodrigo risponde di consigliare a Lucia di mettersi sotto la sua protezione esplode definitivamente l'indignazione del frate, che con foga esprime tutta la sua rabbia derivante dall'ingiustizia che ha colpito i due giovani.
"Verrà un giorno" è la solenne profezia che spaventa don Rodrigo che allontana il frate dalla sua dimora.
Si conclude così il dialogo e padre Cristoforo ammette a se stesso il fallimento della sua missione: sembra infatti evidente che don Rodrigo, per una questione di onore, non voglia assolutamente tornare sui suoi passi. Poco prima che il frate esca da palazzo, il vecchio servitore che lo aveva accompagnato fino alla sala, gli confida che in gran segreto in quelle quattro mura si sta elaborando un perverso piano. Padre Cristoforo resta d'accordo con il servitore che lo andrà a trovare l'indomani.
Nel frattempo a casa di Lucia, Agnese aveva pensato ad un piano per far sposare i due ragazzi: anche senza il consenso del curato è sufficiente che i due promessi pronuncino la formula in sua presenza e davanti a due testimoni.
Così Renzo parte alla ricerca di due testimoni, mentre Lucia resta dubbiosa e vuole parlarne con padre Cristoforo. La discussione viene interrotta dal ritorno del frate e Agnese fa appena in tempo a sussurrare a Lucia di mantenere, per il momento il segreto.

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