Le conquiste della plebe e le nuove istituzioni
La secessione del Monte Sacro
La più clamorosa forma di protesta messa in atto dalla plebe fu la secessione: nel 494 a.C: in una campagna militare, i plebei si rifiutarono di obbedire ai consoli e si ritirarono fuori dai confini della città, sul Monte Sacro, minacciando di costruire una nuova città.
La plebe elesse anche dei propri magistrati, i tribuni della plebe e costituì una propria assemblea, il concilio della plebe, che li eleggeva. La plebe, cominciò a organizzarsi, a istituire magistrature e assemblee senza attendere le cessioni dei patrizi o il riconoscimento del senato.
I poteri dei tribuni e i plebisciti
I tribuni erano considerati inviolabili, cioè protetti nella loro incolumità giuridica e fisica.
Avevano il diritto di difendere i plebei da eventuali abusi di magistrati patrizi, ma soprattutto il diritto di veto, ossia la prerogativa di potersi opporre alle decisioni di qualunque magistrato.
A questi poteri di difesa, i tribuni ne aggiungevano uno propositivo: la facoltà di presentare disegni di legge al concilio della plebe.
Le deliberazioni dei concili, chiamati plebisciti, furono valide soltanto per i plebei, ma più avanti assumeranno valore di legge per tutti i cittadini romani.
Il tribunato divenne insomma un formidabile strumento di lotta della plebe contro i patrizi.
Gli edìli
La plebe istituì anche gli edìli, due magistrati che tenevano gli archivi dei plebisciti.
Più tardi, nel 367 a.C., i due edìli plebei vennero affiancati da due edìli patrizi è la magistratura edìle assunse funzioni di sorveglianza sui mercati urbani, sui prezzi dei generi alimentari di prima necessità, sugli spettacoli pubblici.
Le leggi
Nel 451-450 a.C. ci fu l'introduzione di leggi scritte. Fino a quel momento le norme e gli usi giuridici romani venivano tramandati oralmente.
L'istituzione della legge scritta contribuì a tutelare dalle interpretazioni arbitrarie delle norme tradizionali e dai soprusi degli aristocratici le classi sociali che erano escluse dal potere.
Le leggi del 367 a.C.: i plebei al consolato
Una svolta avvenne nel periodo successivo all'invasione gallica: i plebei ebbero allora la possibilità di far valere la loro più grande forza di contrattazione di fronte ai patrizi, cioè la loro partecipazione all'esercito.
Nel 367 a.C. furono approvate le leggi Licinie-Sestie:
La più clamorosa forma di protesta messa in atto dalla plebe fu la secessione: nel 494 a.C: in una campagna militare, i plebei si rifiutarono di obbedire ai consoli e si ritirarono fuori dai confini della città, sul Monte Sacro, minacciando di costruire una nuova città.
La plebe elesse anche dei propri magistrati, i tribuni della plebe e costituì una propria assemblea, il concilio della plebe, che li eleggeva. La plebe, cominciò a organizzarsi, a istituire magistrature e assemblee senza attendere le cessioni dei patrizi o il riconoscimento del senato.
I poteri dei tribuni e i plebisciti
I tribuni erano considerati inviolabili, cioè protetti nella loro incolumità giuridica e fisica.
Avevano il diritto di difendere i plebei da eventuali abusi di magistrati patrizi, ma soprattutto il diritto di veto, ossia la prerogativa di potersi opporre alle decisioni di qualunque magistrato.
A questi poteri di difesa, i tribuni ne aggiungevano uno propositivo: la facoltà di presentare disegni di legge al concilio della plebe.
Le deliberazioni dei concili, chiamati plebisciti, furono valide soltanto per i plebei, ma più avanti assumeranno valore di legge per tutti i cittadini romani.
Il tribunato divenne insomma un formidabile strumento di lotta della plebe contro i patrizi.
Gli edìli
La plebe istituì anche gli edìli, due magistrati che tenevano gli archivi dei plebisciti.
Più tardi, nel 367 a.C., i due edìli plebei vennero affiancati da due edìli patrizi è la magistratura edìle assunse funzioni di sorveglianza sui mercati urbani, sui prezzi dei generi alimentari di prima necessità, sugli spettacoli pubblici.
Le leggi
Nel 451-450 a.C. ci fu l'introduzione di leggi scritte. Fino a quel momento le norme e gli usi giuridici romani venivano tramandati oralmente.
L'istituzione della legge scritta contribuì a tutelare dalle interpretazioni arbitrarie delle norme tradizionali e dai soprusi degli aristocratici le classi sociali che erano escluse dal potere.
Le leggi del 367 a.C.: i plebei al consolato
Una svolta avvenne nel periodo successivo all'invasione gallica: i plebei ebbero allora la possibilità di far valere la loro più grande forza di contrattazione di fronte ai patrizi, cioè la loro partecipazione all'esercito.
Nel 367 a.C. furono approvate le leggi Licinie-Sestie:
- Una norma stabilì una generale riduzione dei debiti
- Un'altra norma impose un limite un limite all'agro pubblico che un cittadino romano poteva detenere
- Il provvedimento più importante fu quello che consentì l'accesso dei plebei al consolato.
Nel 342 a.C. il fatto che uno dei due consoli fosse plebeo divenne obbligatorio.
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Le conquiste politiche della plebe
- 494 a.C. secessione del Monte Cristo
- 451-450 a.C. leggi delle XII Tavole
- 445 a.C. ammessi i matrimoni patrizi-plebei
- 409 a.C. accesso dei plebei al consolato
- 367 a.C. leggi Licinie-Sestie
- 300 a.C. accesso dei plebei al pontificato
- 287 a.C. i plebisciti assumono valore di legge
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