Il genere lirico
Guglielmo d'Aquitania |
La Francia fu il primo paese europeo a produrre, nell'ambito delle corti feudali, una letteratura scritta in volgare.
La lirica rinacque nel secolo XI in Provenza, per opera di trovatori.
L'amore era vissuto come un occasione di perfezionamento morale e la fedeltà alla donna rispecchiava il legame di vassallaggio tra il poeta e il nobile feudatario, suo signore. Il potente vassallo Guglielmo d'Aquitania, che è considerato il primo trovatore.
La società cortese ispiratrice alla lirica provenzale declinò nel Duecento, a causa di conflitti religiosi e dei rivolgimenti politici.
La nascita della lirica in Italia
Federico II di Svevia |
Francesco d'Assisi |
Nelle poesie dei Siciliani, attivi nella corte di uno stato accentrato, non c'è un collegamento fra il sistema feudale e il rapporto fra l'innamorato e la sua donna. I Siciliani scrissero componimenti destinati alla lettura e non alla recitazione, impreziosendo il volgare siciliano con innesti latini e provenzali.
In Umbria i principi predicati dal francescanesimo trovano espressione poetica nella lauda, grazie allo stesso Francesco d'Assisi.
L'affermazione della lirica d'amore in Toscana
Dante Alighieri |
Guido Cavalcanti |
Successivamente, a Firenze e a Bologna si affermò lo Stilnovo, di cui faceva parte Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti, che sarà destinato poi a sviluppi nuovi e insuperabili con l'arte di Dante Alighieri: sarà proprio Dante a coniare per questo tipi di poesia l'espressione «dolce stil novo». Gli stilnovisti consideravano l'amore uno strumento di elevazione morale che nasce in un cuore «gentile».
La poesia comico-realista
Si tratta di componimenti di tono colloquiale, in cui domina la materialità dell'esistenza: il desiderio erotico, il bisogno di denaro, la passione per giochi d'azzardo e il vino, l'invettiva contro i poeti.
Commenti
Posta un commento