Le conseguenze culturali delle conquiste
Fino al III secolo a.C. la società romana aveva uno stile di vita è una mentalità tradizionale. I Romani facevano riferimento al mos maiorum che erano i costumi degli antenati, cioè valori simili al modello spartano.
Una caratteristica della mentalità romana era il pragmatismo, cioè un atteggiamento improntato all'azione e al raggiungimento di risultati concreti.
Filoellenici e tradizionalisti di fronte alla cultura greca
Il mondo romano era stato fin dalle origini influenzato da altre culture. Quando Roma entrò in contatto diretto con il mondo della Magna Grecia, si mostrò ricettiva e interessata a quella evoluta civiltà.
Dalla Grecia e dall'Oriente, come bottino di guerra, i romani avevano portato a Roma anche opere d'arte e numerosi intellettuali.
A Roma si accese allora uno scontro molto aspro tra i filoellenici, che volevano aprire la cultura romana alle novità provenienti dal mondo ellenistico, e i tradizionalisti, che invece volevano custodire i valori antichi.
La battaglia dei tradizionalisti
La rapida diffusione della cultura greca a Roma indirizzava la società e la mentalità verso un atteggiamento individualistico incompatibile con i valori civili tipicamente romani, verso l'amore per il lusso e per l'arte.
Il più grande sostenitore della battaglia tradizionalista fu Catone il Censore.
I tradizionalisti fecero emanare, con scarsi effetti pratici, dei provvedimenti contro il lusso, le leggi suntarie. Questi provvedimenti vietavano alle donne di indossare vestiti e gioielli troppo costosi e ponevano un limite alle spese per feste e banchetti.
Una sintesi culturale greco-romana
La battaglia di Catone, si rivelò perdente, perché la trasformazione di Roma in grande potenza corrodeva inevitabilmente la mentalità tradizionale ed era necessario elaborare un nuovo modello culturale. In tal senso fu l'opera de cosiddetto circolo degli scipioni , che riuniva esponenti della nobiltà romana filoellenica e intellettuali greci, sotto il patrocinio di Scipione l'Emiliano.
Così si elaborò una sintesi fra i valori caratteristici della tradizione civica romana e quell'ideale di perfezione e pieno sviluppo delle potenzialità dell'uomo che era il contrassegno della cultura greca.
Una caratteristica della mentalità romana era il pragmatismo, cioè un atteggiamento improntato all'azione e al raggiungimento di risultati concreti.
Filoellenici e tradizionalisti di fronte alla cultura greca
Il mondo romano era stato fin dalle origini influenzato da altre culture. Quando Roma entrò in contatto diretto con il mondo della Magna Grecia, si mostrò ricettiva e interessata a quella evoluta civiltà.
Dalla Grecia e dall'Oriente, come bottino di guerra, i romani avevano portato a Roma anche opere d'arte e numerosi intellettuali.
A Roma si accese allora uno scontro molto aspro tra i filoellenici, che volevano aprire la cultura romana alle novità provenienti dal mondo ellenistico, e i tradizionalisti, che invece volevano custodire i valori antichi.
La battaglia dei tradizionalisti
Catone il Censore |
Il più grande sostenitore della battaglia tradizionalista fu Catone il Censore.
I tradizionalisti fecero emanare, con scarsi effetti pratici, dei provvedimenti contro il lusso, le leggi suntarie. Questi provvedimenti vietavano alle donne di indossare vestiti e gioielli troppo costosi e ponevano un limite alle spese per feste e banchetti.
Una sintesi culturale greco-romana
La battaglia di Catone, si rivelò perdente, perché la trasformazione di Roma in grande potenza corrodeva inevitabilmente la mentalità tradizionale ed era necessario elaborare un nuovo modello culturale. In tal senso fu l'opera de cosiddetto circolo degli scipioni , che riuniva esponenti della nobiltà romana filoellenica e intellettuali greci, sotto il patrocinio di Scipione l'Emiliano.
Così si elaborò una sintesi fra i valori caratteristici della tradizione civica romana e quell'ideale di perfezione e pieno sviluppo delle potenzialità dell'uomo che era il contrassegno della cultura greca.
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