L'ideologia augustea: il ritorno degli antichi valori
Il mos maiorum è la tutela della famiglia
Augusto comprese che la costruzione del consenso al suo regime richiedeva la diffusione di una vera e propria ideologia, Augusto si propose come il fautore di un ritorno alla moralità tradizionale degli antenati. Vennero dunque riportati in auge gli antichi valori di sobrietà, obbedienza, spirito di sacrificio che si pensava fossero stati abbandonati con il diffondersi della cultura greca, dopo le conquiste in Oriente del II secolo a.C.
In questa chiave assumeva un ruolo importante la tutela della famiglia, materie in cui Augusto introdusse norme severe.
L'adulterio, diventava un reato pubblico e poteva essere denunciato al magistrato da qualsiasi cittadino; per il colpevole era prevista la relegazione nelle isole e la confisca dei beni.
Nell'assegnazione di incarichi, il pater familias aveva la precedenza sul celibe, e tra i patres era preferito chi aveva più figli.
La religione
In ambito religioso Augusto cercò di ripristinare le credenze tradizionali. Agì anche con accortezza sul culto dell'imperatore, per evitare di urtare la suscettibilità delle classi dirigenti ancora permeate di mentalità repubblicana.
In occidente, scoraggiò il culto diretto della propria persona diffuso tra gli strati bassi della popolazione, associandolo al culto per il genio Augusto.
In oriente invece lasciò che la sua persona venisse divinizzata in forma diretta.
Mecenatismo è ideologia imperiale
I contenuti dell'ideologia augustea non potevano essere elaborati e diffusi senza il sostegno degli intellettuali.
Perciò Augusto, potenziando le biblioteche e divenendo il patrono di poeti, oratori, storici che come clienti ricevevano il sostegno economico necessario per dedicarsi agli studi e alle arti. Quest'opera fu assolta in prima persona dall'amico e collaboratore del principe, Clinio Mecenate, egli stesso fine letterato, e con tanto successo che, da allora, si chiama mecenatismo l'opera di promozione e diffusione della cultura da parte del potere politico o dei privati.
Augusto comprese che la costruzione del consenso al suo regime richiedeva la diffusione di una vera e propria ideologia, Augusto si propose come il fautore di un ritorno alla moralità tradizionale degli antenati. Vennero dunque riportati in auge gli antichi valori di sobrietà, obbedienza, spirito di sacrificio che si pensava fossero stati abbandonati con il diffondersi della cultura greca, dopo le conquiste in Oriente del II secolo a.C.
In questa chiave assumeva un ruolo importante la tutela della famiglia, materie in cui Augusto introdusse norme severe.
L'adulterio, diventava un reato pubblico e poteva essere denunciato al magistrato da qualsiasi cittadino; per il colpevole era prevista la relegazione nelle isole e la confisca dei beni.
Nell'assegnazione di incarichi, il pater familias aveva la precedenza sul celibe, e tra i patres era preferito chi aveva più figli.
La religione
In ambito religioso Augusto cercò di ripristinare le credenze tradizionali. Agì anche con accortezza sul culto dell'imperatore, per evitare di urtare la suscettibilità delle classi dirigenti ancora permeate di mentalità repubblicana.
In occidente, scoraggiò il culto diretto della propria persona diffuso tra gli strati bassi della popolazione, associandolo al culto per il genio Augusto.
In oriente invece lasciò che la sua persona venisse divinizzata in forma diretta.
Clinio Mecenate |
Mecenatismo è ideologia imperiale
I contenuti dell'ideologia augustea non potevano essere elaborati e diffusi senza il sostegno degli intellettuali.
Perciò Augusto, potenziando le biblioteche e divenendo il patrono di poeti, oratori, storici che come clienti ricevevano il sostegno economico necessario per dedicarsi agli studi e alle arti. Quest'opera fu assolta in prima persona dall'amico e collaboratore del principe, Clinio Mecenate, egli stesso fine letterato, e con tanto successo che, da allora, si chiama mecenatismo l'opera di promozione e diffusione della cultura da parte del potere politico o dei privati.
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