La vita religiosa e il cristianesimo

Religione tradizionale e nuovi culti
La religione romana aveva due caratteristiche fondamentali:
  • Accettava culti stranieri a patto che non scatenassero disordini o guerre civili.
  • Aveva un forte rapporto con la politica.
In età imperiale, a seguito delle numerose conquiste, il panorama delle religioni divenne molto ampio e complesso: ai culti "ufficiali" si mischiavano spesso credenze popolari appartenenti alle diverse province. Inoltre, procedendo con la conquista dell'Oriente, si diffusero sempre più i culti di mistero e salvezza. Con la parola mistero si intende un concetto che sarà rivelato soltanto agli iniziati: a queste persone viene promessa la salvezza ultraterrena dopo un cammino di purificazione.

Una religione politica
In riferimento al nesso fra religione e politica si può dire che, a seguito dell'affermarsi del potere assoluto a Roma, prese forma il culto dell'imperatore. La teoria del divinizzare l'imperatore era tipica della cultura orientale. Il primo ad applicarla fu Augusto che lo fece con molta prudenza: inizialmente fece divinizzare il suo antenato Cesare, successivamente divinizzò un'entità astratta considerata protettrice dell'imperatore, chiamata il Genio di Augusto.
I successori di augusto, invece, diedero vita a una teocrazia, è ciò significa che potere, religione, imperatore e divinità erano una cosa sola. Occorre però precisare che il culto della imperatore veniva praticato in luoghi pubblici e in particolari cerimoniali: questo significa che gli altri culti religiosi potevano essere praticati nelle proprie case e non venivano proibiti. Rispettare il cerimoniale in onore dell'imperatore era sinonimo di lealismo politico.

La figura storica di Gesù  
Il cristianesimo si sviluppò in Palestina a partire dai racconti riguardanti Gesù di Nazareth. Egli nacque a Betlemme intorno al 6-4 a.C. era sempre accompagnato da un ristretto numero di persone (i dodici apostoli) e si serviva di un linguaggio semplice, ricco di parabole, le quali avevano come scopo una profonda riforma dell'ebraismo. 
Per essere salvati non era sufficiente appartenere al popolo d'Israele, ma occorreva condurre una vita basata sull'amore per il prossimo e sulla giustizia. 
Tutti questi comportamenti, attirarono l'ostilità delle autorità religiose ebraiche. Gesù fu denunciato come istigatore di agitazioni popolari, fu arrestato e crocifisso (una pena che i romani riservavano agli schiavi ribelli).

Il primo cristianesimo
Dopo la morte di Gesù i suoi discepoli, gli apostoli (parola greca che significa "inviati"), sotto la guida di Pietro e di Paolo di Tarso, un persecutore di cristiani successivamente convertito al cristianesimo, diffusero la nuova religione fra gli ebrei e i pagani.
Gli apostoli predicavano che Dio si era incarnato in Gesù di Nazareth, il Messia, e che questi era risorto e apparso di nuovo ai suoi discepoli. Questa nuova fede viene divulgata attraverso dei testi (i Vangeli parola greca che significa "buona novella") che narrano le vicende di Gesù.

La diffusione della nuova fede
La prima chiesa cristiana a Roma si registrò nella metà del primo secolo. Non si sa con certezza da chi fu fondata ma era noto che a Roma operavano sia Pietro che Paolo. Il primo subì il martirio da parte dell'imperatore Nerone.
Con il termine martire, che in greco significa testimone, i cristiani incominciarono a chiamare coloro che, nel tentativo di divulgare la propria fede religiosa, affrontavano senza paura la morte.
Il cristianesimo riuscì a farsi strada soprattutto verso le classi sociali più povere della popolazione offrendosi come rifugio alle sofferenze e alle ingiustizie.
Successivamente anche i ceti medi e alti, inizialmente estranei alla religione, iniziarono a conoscerla e a diffonderla: numerosi aristocratici erano insoddisfatti dei culti tradizionali.

Cristianesimo e potere politico
La regione cristiana iniziò a infiltrarsi in tutto il tessuto sociale romano: questo spaventò molto l'autorità imperiale perché la maggior parte dei principi cristiani erano in contrasto con il potere che regnava in quel periodo.

  • Uguaglianza fra gli uomini siano essi liberi o schiavi, ricchi o poveri, alleati o nemici
  • La priorità era per i valori spirituali e non per quelli politici: questo era un rifiuto nei confronti dell'autorità imperiale.
  • Non era concepita l'idea di divinizzare l'imperatore

In questo quadro generale appena descritto è ovvio pensare che i cristiani divennero un capro espiatorio per ogni problematica all'interno dell'Impero. Nacquero le prime persecuzioni, come quella scatenata da Nerone dopo l'incendio di Roma nel 64.
In ogni caso queste ostilità, anziché disperdere le comunità cristiane, le rafforzò facendo crescere fiducia nella loro fede.

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