Dall'impero alle monarchie nazionali

L'impero di Federico I di Svevia
Il concordato di Worms, con i suoi termini in cui la Chiesa aveva il monopolio della sacralità, rappresentò una grave sconfitta per l'impero: infatti, i vescovi tedeschi svolgevano il ruolo di rappresentanti del potere nelle zone di periferia mettendo in serio pericolo l'autorità degli imperatori. 
In questa dinamica in cui i vescovi hanno sempre più libertà occorreva cercare nuove strategie per rafforzare l'impero e permettere all'imperatore di governare in maniera più efficace.

Federico Barbarossa
Federico I di Svevia tenta di rafforzare l'impero
La figura dell'imperatore è uscita indebolita da concordato di Worms: Federico I di Svevia (1152-1190), detto il Barbarossa, vuole rafforzare l'autorità imperiale cercando di controllare i principali comuni dell'Italia.
I predecessori di Barbarossa non si erano più occupati dell'Italia per circa un secolo e questo ha dato modo ai comuni di originarsi e svilupparsi economicamente in maniera molto rapida.
Federico I volle ripristinare la propria autorità nel 1158 scendendo in Italia e convocando una grande assemblea a Roncaglia: rivendicava tutti i diritti del re che non erano stati rispettati dai comuni.
richiese il regolare versamento delle tasse, la distruzione delle mure erette senza permesso e la presenza di un podestà nominato dall'imperatore.
I comuni non accettarono di buon grado le imposizioni dell'imperatore, tuttavia i comportamenti non furono tutti uguali. Le città più piccole accettarono di sottomettersi al sovrano tedesco, mentre Milano nel 1162 si assunse la responsabilità di lottare contro le forze imperiali e perdere malamente.
Il progetto dell'imperatore di dominare la penisola fu interrotto nel 1176, quando le truppe della lega lombarda sconfissero gli uomini di Barbarossa vicino a legnano. La lega lombarda era nata con il sostegno del papa allo scopo di evitare che l'imperatore acquistasse potere ribaltando i patti del concordato di Worms.

L'unione di due corone
Costanza d'Altavilla
Nonostante la disfatta con la lega lombarda Federico I elabora un piano alternativo per cercare di conquistare l'Italia e aumentare il suo potere.
Nel 1186 suo figlio Enrico sposa Costanza d'Altavilla, una principessa normanna che erediterà il regno di Sicilia. Anche in questo caso il piano di Federico I fallisce a causa di circostanze imprevedibili.

  • Saladino riconquista Gerusalemme che torna città musulmana;
  • Il papa chiama a gran voce una nuova crociata;
  • Barbarossa aderisce alla spedizione e muore annegato in un fiume dell'Asia Minore nel 1190;
  • L'erede al trono è suo figlio Enrico VI.
Il papato teme la crescita della potenza dell'imperatore che però muore improvvisamente nel 1197 lasciando l'impero in uno stato di caos.


Innocenzo III
Il pontificato di Innocenzo III
In questa situazione i nemici riuniti intorno alla casata dei duchi di Sassonia, con il nome di welf (guelfi), parola usata nel Duecento per designare tutti i nemici degli imperatori.
I suoi sostenitori invece vennero chiamati ghibellini, che si riferiva al castello di Waiblingen.
Dalla contesa uscì vincitore proprio il capo dei Guelfi tedeschi, Ottone IV, che divenne imperatore nel 1209, dopo aver promesso al papa Innocenzo III che non avrebbe mai unito la corona imperiale con quella siciliana.
Innocenzo III fu il più convinto sostenitore della tessi sulla assoluta superiorità del papa rispetto all'imperatore.



Bernardo di Chiaravalle
La teoria delle due spade
Secondo Bernardo di Chiaravalle, i pontefici usavano personalmente la spada (cioè il potere) spirituale, ma avevano invece delegato ai sovrani la spada temporale, cioè l'esercizio del potere politico.
Innocenzo III fece ricorso anche all'immagine del sole e della luna. In tale ottica, come in esso la luna non brilla di luce propria, bensì la riceve dal sole, così nella società umana il papa ha ricevuto da Dio tutto il potere, in ogni campo e in ogni ambito.
I sovrani, esercitano unicamente quanto hanno ricevuto in delega dal papa e il pontefice, infatti, ha il diritto-dovere di deporre il sovrano che si comporti in modo indegno o assuma un comportamento contrario alla legge di Dio.

Città di Zara
La crociata contro Costantinopoli
Nel 1199, un gruppo di signori francesi e tedeschi decise di organizzare una nuova crociata, per la riconquista di Gerusalemme.
Dopo aver ottenuto il pieno consenso di Innocenzo III, l'esercito cristiano si radunò a Venezia.
Però emerse un problema, non c'erano i fondi necessari per il noleggio delle imbarcazioni.
I veneziani risolsero chiedendo ai crociati di conquistare la città di Zara, essi convinsero facilmente i crociati a dirigersi non verso la Terra Santa ma verso l'impero bizantino.
Nel 1204, Costantinopoli fu conquistata e saccheggiata.

Le conseguenze della crociata
A trarre i maggiori vantaggi dall'impresa fu Venezia, che conquistò Creta e una parte della Grecia.
Lo squallido esito della crociata finita con il saccheggio di Costantinopoli provocò in Europa una serie di reazioni molto violente.
Le più singolari furono le crociate dei bambini, che ebbero luogo in Francia e Germania nel 1212. In entrambi i paesi, i ragazzini, giunti in Terra Santa, con l'aiuto degli angeli i bambini avrebbero poi sconfitto i musulmani conquistato il sepolcro di Cristo.
Delusi e disperati, molti di loro fecero ritorno alle loro case; quei francesi che, nonostante tutto, si imbarcarono per la Terra Santa, furono imbrogliati da mercanti senza scrupoli, che li vendettero come schiavi ai musulmani.

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