La rinascita delle città

Le città, sedi vescovili
La rivoluzione commerciale iniziò nell'XI secolo grazie principalmente alle città marinare (Genova, Pisa, Venezia, Amalfi ecc...). Non bisogna però dimenticare che il volume della merce che si trafficava aumentò anche grazie al risveglio delle città dell'entroterra.
In Italia, nonostante la recente caduta dell'impero romano le popolazioni non avevano abbandonato le città: questo, grazie soprattutto ai vescovi, i quali avevano continuato a risiedere all'interno delle mura senza spostarsi nelle campagne, questa fase coincide con uno sviluppo demografico ed economico.

La popolazione delle città
Ducato
Fiorino
Lo sviluppo dei mercati di queste città italiane portò ad una rapida crescita demografica (Milano 200.000 abitanti e le altre città intorno ai 100.000). Ci fu la conseguente necessità di ampliare le mura che confinavano la vecchia città romana, inoltre, l'economia era talmente tanto fiorente da dare vita alla nascita di nuove monete d'oro nelle diverse città. A Firenze fu coniato il fiorino, a Venezia il ducato.
Si ricorda infine che l'attività commerciale principale nel nord era la produzione di tessuti: si riusciva a mettere in comunicazione territori molto distanti tra loro (ad es: Fiandre e Medio Oriente).

I comuni
Contemporaneamente allo sviluppo economico e demografico si ha un sostanziale rinnovamento istituzionale; la nuova struttura politica, detta comune, si creava in due diverse modalità: in alcuni casi fu necessario togliere con la forza l'autorità al vescovo che esercitava il potere in nome dell'imperatore.
In altri casi, invece, il passaggio del testimone avveniva in maniera pacifica.
Con il termine comune si indica l'insieme delle nuove magistrature a cui partecipano i cittadini (mercanti, aristocratici, giudici e notai).

Le magistrature comunali
Una delle novità più importanti riguarda il fatto che le cariche pubbliche di governo erano a carica elettiva (scelti dal popolo). C'erano i consoli (il cui numero era variabile ma sicuramente maggiore di due) che duravano un anno. I loro compiti erano quelli di: guidare l'esercito, amministrare la giustizia e occuparsi di missioni diplomatiche. Ad affiancare i consoli c'era il consiglio (composto da un minimo di 100 persone) che esercitava il potere legislativo.
Quando il comune si era consolidato, iniziava a estendere il proprio potere sul territorio circostante (le campagne), obbligando i proprietari terrieri a trasferirsi in città: in questo modo il comune assorbiva le potenze militari dei castelli e il controllo delle strade che collegavano le varie città.


Le lotte per il controllo del potere
I comuni italiani spesso si trovarono in situazioni in cui la politica divideva in due il consiglio. Per porre fine a questo tipo di lotte (che rischiavano di far crollare l'intera struttura del comune) si fece ricorso alla figura del podestà che sostituiva i consoli per un intero anno nell'esercizio del governo.
Il podestà era scelto fuori dalla città in modo da garantire la sua imparzialità nel giudicare. Era competente dal punto di vista militare e giuridico e perciò in grado di amministrare al meglio un intero comune. La figura del podestà non era facile da trovare e in tutta Italia erano poco più di una decina: essi diedero vita a un gruppo chiamato tecnici della politica chiamati in causa ogni qualvolta ce n'era bisogno.

Le lotte civili all'interno dei comuni
Nonostante la figura del podestà nella maggior parte dei casi le lotte civili tra le famiglie nobili non si spegnevano: fu creato il comune del popolo che era un organismo che racchiudeva tutte quelle persone che esercitavano un determinato mestiere all'interno delle città (grandi mercanti, artigiani e mercanti minori).
In maniera più o meno violenta il comune del popolo finiva per conquistare il potere in tutti i comuni più importanti (ad esempio Firenze). Quando questo succedeva i nobili non potevano più accedere alle cariche pubbliche e spesso le punizioni a seguito di un reato commesso erano più violente rispetto a quelle di un cittadino appartenente al popolo.

Verso la signoria
Quando si verificavano situazioni di lotta interne al comune veniva nominato un Signore che svolgeva il ruolo di mediatore tra le parti: esso, delle volte, riusciva a imporre la propria autorità assoluta sul comune.
Un esempio di questa situazione avviene a Milano con la dinastia dei Visconti che iniziò a governare nel 1277 ed ebbe la sicurezza di esercitare il potere senza paura agli inizi del 300.

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