I movimenti ereticali: Valdesi e Catari

Intorno alla metà del XII secolo, tra le masse popolari cominciò a diffondersi un malessere religioso sempre più acuto. Tale disagio darà vita ai movimenti ereticali (chiamati così quei movimenti i cui membri sono seguaci di un'eresia, cioè una dottrina in contrasto con i principi e le convinzioni della chiesa cattolica, guidata dal papa).

I valdesi
Pietro Valdo
Pietro Valdo, il principale esponente di questo movimento, visse a Lione dove imparò a leggere e scrivere, donò tutti i suoi beni ai poveri e comincia vivere di elemosine.
Valdo esortava i cristiani a imitare il suo comportamento e iniziò a criticare i vescovi e i preti per le loro ricchezze.
Nel 1179 fu proibito ai Valdesi di predicare nelle chiese; ma poiché Valdo rifiutò di sottomettersi, nel 1184 lui e i suoi seguaci furono scomunicati e dichiarati eretici.
Insieme all'autorità del papa, respinsero il culto dei santi per la recente credenza relativa al purgatorio e al culto delle reliquie.
Perseguitato dalla chiesa, il movimento valdese rimase una minoranza e non riuscì mai a diffondersi.

I catari
Il catarismo si impose nella Francia del sud, i catari (i puri) erano profondamente turbati dalla presenza del male, al punto da sostenere che un modo come il nostro non poteva essere stato creato da Dio.
Dio secondo i catari, aveva creato solo le anime, il Diavolo, invece, era riuscito a incarcerarle nei corpi.
Per salvare le anime prigioniere nella materia, Dio aveva inviato Cristo, che però non aveva assunto un corpo reale e solo apparentemente aveva patito sulla croce.
Anche il lusso era guardato con disprezzo, i catari non rifiutavano in linea di principio né il denaro né il profitto. Tutti i buoni cristiani, dovevano esercitare un'attività manuale, con la quale mantenersi.
Spesso, gli amici di Dio si riunivano in gruppi e lavoravano insieme, dando vita a comunità.
Con il passare del tempo, il catarismo diede una struttura organizzativa sempre più efficiente, dividendo il territorio della Francia meridionale in diocesi, ognuna delle quali era guidata da un vescovo.
Per sconfiggere il catarismo, la Chiesa fece ricorso a ogni genere di strumenti. Nel 1208, papa Innocenzo III bandì una vera crociata contro i catari, che vennero chiamati albigesi in quanto una delle zone in cui essi erano più numerosi era quella della città provenzale di Allbi.
Chiunque fosse morto in battaglia o durante il viaggio, sarebbe entrato direttamente in paradiso, come i marittimi. Inoltre, Innocenzo III precisò che i beni degli eretici e di tutti coloro che li sostenevano potevano essere considerati legittime prede di guerra.
Il re di Francia non partecipò all'impresa, anche se furono compiuti orribili massacri di eretici, i cavalieri francesi non riuscirono a piegare i nobili meridionali.
L'intervento del sovrano, nel 1229, pose fine alla guerra, ma non risolse il problema.

Montsegur, castello cataro
Resistenza e sconfitta dei catari
Nel 1232, i principali dirigenti della chiesa catara trovarono rifugio a Montsegur. Per contrastare i catari nel 1233 la chiesa istituì il tribunale dell'inquisizione, investito del compito di trovare e punire gli eretici. La pena prevista per chi rifiutava di pentirsi del proprio peccato, era la morte sul rogo.
Dopo un assedio di circa un anno, il 16 marzo 1244 Montsegur fu conquistata dalle truppe del re di Francia.
A partire da questo momento, il catarismo divenne una fede sotterranea, in quanto si ritrovano in minoranza.
Per obbligare i sospetti a confessare le loro colpe, nel 1252 il tribunale dell'inquisizione fu autorizzato a far uso della tortura.

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