Giovanni Boccaccio
Premessa
Dante, Petrarca e Boccaccio sono da sempre i tre grandi autori della letteratura delle origini, definiti le tre corone fiorentine.
Nato quasi mezzo secolo dopo Dante, Boccaccio si pone in maniera completamente diversa rispetto agli altri due scrittori.
Boccaccio appartiene all'ambiente mercantile fiorentino: pur rifiutando di aderirvi fino in fondo, la sua opera maggiore si colloca a pieno titolo nell'orizzonte della borghesia in ascesa.
Nell'ultima fase della sua vita Boccaccio aspira a proporsi come un dotto studioso umanista, diventa uno dei punti di riferimento del pre-umanesimo italiano.
Il Decameron è l'immagine di un uomo "mediocre" che non vuole essere né un poeta, né un illustre portatore di verità, ma solo e semplicemente uno scrittore.
Vita
Giovanni Boccaccio è nato a Firenze nel 1313, figlio naturale di Boccaccio di Chellino.
Nel 1327 il padre si trasferisce a Napoli, dove i Bardi finanziano il re Roberto D'Angiò. Per Boccaccio si tratta di un'opportunità insperata: sebbene impegnato nell'attività di tirocinio, egli comincia a frequentare l'ambiente di corte, entrando in contatto con la migliore aristocrazia del regno. La sua formazione procede così su due piani molto distanti fra loro: il mondo ruvido e concreto dei mercanti, dominato da libri di conti, interessi, calcoli, partite doppie, e quello raffinato della corte angioma.
Alla frequentazione della corte napoletana sono legate prime prove letterarie di Boccaccio:
Dante, Petrarca e Boccaccio sono da sempre i tre grandi autori della letteratura delle origini, definiti le tre corone fiorentine.
Nato quasi mezzo secolo dopo Dante, Boccaccio si pone in maniera completamente diversa rispetto agli altri due scrittori.
Boccaccio appartiene all'ambiente mercantile fiorentino: pur rifiutando di aderirvi fino in fondo, la sua opera maggiore si colloca a pieno titolo nell'orizzonte della borghesia in ascesa.
Nell'ultima fase della sua vita Boccaccio aspira a proporsi come un dotto studioso umanista, diventa uno dei punti di riferimento del pre-umanesimo italiano.
Il Decameron è l'immagine di un uomo "mediocre" che non vuole essere né un poeta, né un illustre portatore di verità, ma solo e semplicemente uno scrittore.
Vita
Giovanni Boccaccio è nato a Firenze nel 1313, figlio naturale di Boccaccio di Chellino.
Nel 1327 il padre si trasferisce a Napoli, dove i Bardi finanziano il re Roberto D'Angiò. Per Boccaccio si tratta di un'opportunità insperata: sebbene impegnato nell'attività di tirocinio, egli comincia a frequentare l'ambiente di corte, entrando in contatto con la migliore aristocrazia del regno. La sua formazione procede così su due piani molto distanti fra loro: il mondo ruvido e concreto dei mercanti, dominato da libri di conti, interessi, calcoli, partite doppie, e quello raffinato della corte angioma.
Alla frequentazione della corte napoletana sono legate prime prove letterarie di Boccaccio:
- Caccia di Diana;
- Le prime storie d'amore di Boccaccio, nei confronti di una donna misteriosa, secondo alcuni addirittura figlia illegittima di Roberto d'Angiò; il poeta la celebra sotto il nome di Fiammetta.
- Il filostrato;
- Il filocolo;
Nel 1340 una serie di eventi sfortunati convincono il padre di Boccaccio ad abbandonare Napoli e rientrare a Firenze. Tuttavia, egli si inserisce presto nel nuovo ambiente culturale, da cui riceve ulteriori stimoli: approfondisce la sua conoscenza dei classici, si interessa di filosofia e retorica.
Nel 1348 Boccaccio si trova coinvolto nella terribile epidemia di peste che colpisce Firenze.
Proprio in questa triste atmosfera progetta e scrive il Decameron, la sua opera principale, il cui spunto principale non è a caso la rappresentazione della città annichilita, sia dal punto di vista fisico sia da quello morale .
Certaldo |
Scampato alla peste, comincia a interessarsi alla vita politica fiorentina e svolge su incarico del governo comunale una serie di mansioni, soprattutto di carattere diplomatico. Nel 1350 incontra per la prima volta Petrarca, ponendo le basi di un intenso sodalizio intellettuale che durerà sino alla morte.
Gli ultimi anni sono caratterizzati da un generale incupimento.
Boccaccio viene estromesso da tutti gli incarichi pubblici, si ritira a Certaldo, dedicandosi esclusivamente allo studio e alla scrittura.
Nel 1370 trascrive integralmente il Decameron. Nel frattempo anche le condizioni di salute peggiorano rapidamente, sopratutto a causa della scabbia e dell'obesità, che gli rendono difficili e faticosi anche i minimi spostamenti. Nel 1373 viene incaricato dal comune di Firenze di tenere una serie di letture commentate dei canti della commedia di Dante.
Ma la morte, avvenuta il 21 dicembre 1375, gli impedisce di portare a termine l'incarico.
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