Chiare, Fresche et dolci acque: analisi e commento

Chiare, fresche e dolci acque,
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;                               donna: dal latino padrona, signora
gentil ramo ove piacque
(con sospir' mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;                                   fiancho: sineddoche
erba e fior' che la gonna
leggiadra ricoverse
co l'angelico seno;
aere sacro, sereno,
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:                       ove Amor: personificazione dell'amore
date udïenza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

S'egli è pur mio destino
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche gratia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda.
La morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo:
ché lo spirito lasso
non poria mai in piú riposato porto
né in piú tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.

Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansüeta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disïosa e lieta,
cercandomi; e, o pietà!,
già terra in fra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sí dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo,
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Da' be' rami scendea
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior' sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
humile in tanta gloria,                                                            Humile: dote cristiana di Laura
coverta già de l'amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dí a vederle;
qual si posava in terra, e qual su l'onde;
qual con un vago errore                                                         qual: anafora
girando parea dir: - Qui regna Amore. -

Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
Costei per fermo nacque in paradiso.
Cosí carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e 'l dolce riso
m'aveano, e sí diviso                                                               e: polisindeto
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
Qui come venn'io, o quando?;
credendo d'esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sí, ch'altrove non ò pace.

Se tu avessi ornamenti quant'ài voglia,
poresti arditamente
uscir del bosco, et gir in fra la gente.

Canzoniere, 126
Schema metrico: canzone di 5 stanze + un congedo → 3 versi xyy
                                                    ↓
                                             13 versi
                                            ↙      ↘
                 primi 6 versi fronte        7 versi sirma
                          abc-abc                    cdeedff


Stanze:

  • Stanza 1: elementi naturali del luogo frequentato da Laura a questi elementi il poeta chiede di essere ascoltato.
  • Stanza 2: Petrarca dichiara di avere il presentimento della propria morte e spera di essere sepolto in quei luoghi che hanno conosciuto Laura.
  • Stanza 3: Petrarca immagina di essere amato da Laura e che dopo la sua morte lei venga a piangere sulla sua tomba (illusione consolatoria).
  • Stanza 4: descrive la prima apparizione di Laura, quindi l'atmosfera è onirica (da sogno).
  • Stanza 5: Petrarca racconta la sua impressione di Laura e dichiara di aver perso la capacità di capire.
  • Congedo: Petrarca spiega che l'esperienza di averla vista renderà speciale quel luogo per sempre.

Analisi
Struttura ad anello: la prima e l'ultima strofa sono collegate dal tema, ovvero il luogo. Tra la prima e l'ultima strofa c'è anche un richiamo di parola "herba al v. 7 e 65". Il luogo della canzone è un locus amoenus ovvero un luogo piacevole:
  • è un topos della letteratura, ovvero un tema ricorrente;
  • nel caso di questa canzone si tratta di Valchiusa anche se poi viene idealizzato;
  • si tratta di un luogo in mezzo alla natura, solitamente vicino ad un ruscello dove c'è un eterna primavera lontano dal caos cittadino.
L'atmosfera della canzone è visionaria e astratta e Petrarca la rende tramite diversi elementi:
  • I pochi elementi naturali sono convenzionali e usati al plurale (acque, erbe ecc...);
  • Gli aggettivi legati a questi elementi non sono precisi ma generici;
Anche la persona di Laura è resa un luogo astratto e non è quella reale: infatti non è descritta caratterialmente in modo preciso e gli aggettivi sono tutti legati alla bellezza, in più i verbi sono usati metaforicamente e questo toglie realismo alla poesia.
A livello tematico non è presente il tormento amoroso ma è un testo positivo perché la rievocazione di Laura placa la sua ansia di morte.

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