Opere rinascimento

La battaglia di San Romano è un trittico di Paolo Uccello del 1438 e raffigura la battaglia tra Fiorentini e Senesi combattuta a San Romano, durante la quale i senesi guidati da Bernardino era in superiorità ma i fiorentini comandati da Nicolò da Tolentino decisero di attaccare improvvisamente. Quando lo scontro stava per terminare a sfavore di Firenze, dall'altra parte del fiume arrivarono i rinforzi. I senesi allora scapparono.
Le tre tavole rappresentano tre momenti di questa giornata:
Londra, National Gallery
 1) Nicolò da Tolentino alla testa dei fiorentini conservato alla National Gallery di Londra. La scena è incentrata su Nicolò da Tolentino che su un cavallo bianco sprona i fiorentini ad attaccare. I colori dei cavalieri sono rosso e argento per i cavalieri e nero e argento per Siena. Il suolo è composto come una griglia prospettica, perché le lance cadute sembrano disegnare una rete. Una siepe divide la scena della battaglia da uno sfondo irreale (giovani si esercitano a cacciare). I due cavalieri che si allontanano raccontano il fatto storico: stanno andando a chiamare i rinforzi Michele attendolo
Uffizi, Firenze
2) Disarcionamento di Bernardino conservato alla galleria degli Uffizi di Firenze. Questa tavola è impostata come la precedente ma è l'unica che conserva tracce della lamina d'argento che ricopriva le armature. In primo piano c'è la scena della battaglia con i due eserciti schierati e il cavallo bianco di Bernardino al centro che è stato disarcionato.
A destra si vedono due cavalli di spalle che suggeriscono l'inizio della ritirata dei senesi. Siccome il momento della battaglia è più avanzato sul terreno oltre alle lance si trovano anche cavalli abbattuti.
Parigi, Louvre 
3) L'intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo conservato al Louvre di Parigi. Questa scena è molto diversa dalle altre, perché c'è un unico fronte di cavalieri che occupa la scena, senza sfondo irreale e senza griglia prospettica. Rappresenta l'arrivo di Michele Attendolo con i rinforzi.






Il David è una scultura realizzata in marmo alta 5 metri da Michelangelo Buonarroti, databile tra il 1501 e il 1504 conservata a Firenze, è uno dei simboli del Rinascimento e di Firenze  Il David ritrae l'eroe biblico nel momento in cui sta per affrontare Golia.
Il problema principale fu trovare un marmo di qualità adeguata.
Michelangelo doveva rappresentarlo nudo ma senza la testa di Golia ai piedi, quindi prima della sfida.
Il David incarna il giusto che armato di una fionda e della fede riesce a prevalere sul forte ma ingiusto. Il David è anche il simbolo del governo repubblicano di Firenze.




Il cenacolo o ultima cena è un dipinto parietale di Leonardo Da Vinci databile 1495-1498, conservato nel convento vicino a Santa Marie delle Grazie a Milano.
Il dipinto ritrae la scena della cena nel quale Gesù verrà tradito da un apostolo, in primo piano c'è la tavola e la figura isolata di Gesù. Grazie alla prospettiva la scena dipinta sembra parte del refettorio stesso. Gli apostoli sono divisi in 4 gruppi di 3.



La primavera è un dipinto di Botticelli databile tra 1478 e 1482, si trova agli Uffizi.
La scena è ambientata in un bosco dove sono disposti 9 personaggi e va letta da destra verso sinistra: zefiro, che rapisce Clori. Poi c'è flora che è la personificazione della primavera, al centro c'è venere sopra di lei il figlio cupido e sinistra le 3 Grazie, chiude il gruppo mercurio con i calzari alati che scaccia le nuvole.


La creazione di Adamo è un affresco di Michelangelo del 1511, si trova nella cappella sistema a Roma e fu commissionata dal papa Giulio II.
Lo sfondo è spoglio e simboleggia l'alba del mondo, la figura di Adamo è giovane e tende un braccio verso dio che gli si avvicina in volo, con una veste porpora circondato dagli angeli.


La gioconda nota anche come Monna Lisa realizzato da Leonardo Da Vinci nel 1503 circa e conservata al Louvre di Parigi.
L'opera rappresenta Lisa Gherardini la moglie di Francesco del Giocondo.
La donna è dipinta a mezzo busto e sullo sfondo c'è un paesaggio fluviale, la posa del ritratto è molto naturale e diversa da quella del Quattrocento.






La nascita di Venere di Botticelli è databile al 1482 è conservata nella galleria degli uffizi di Firenze. Venere al centro di una conchiglia viene scaldata dal soffio di Zefiro a cui è abbracciato un personaggio femminile. Sulla riva una delle Ore da alla dea un mantello di fiori.



La città ideale di Francesco di Giorgio Martini è databile 1475 ed è conservato ad Urbino. Nell'opera è rappresentata una piazza in prospettiva lineare. Al centro c'è un edificio lineare che sembra un edificio religioso, attorno a questo edificio si apre una piazza geometricamente perfetta. Questa perfezione è tipica del rinascimento come anche il pavimento a scacchiera. Due pozzi ottagonali sono alle estremità in primo piano.
Non vengono rappresentate figure umane o la natura.

La scuola di Atene di Raffaello Sanzio del 1509 nei musei vaticani della città del vaticano.
due principali filosofi dell'antichità, Platone e Aristotele, si trovano al centro della composizione,
vicino al punto di fuga, situato tra i due, quasi a volere indicare che la verità sia in mezzo ai due pensatori. L'occhio dello spettatore è direzionato su queste figure per le linee del pavimento e la cornice
di cielo racchiusa dall'arco sullo sfondo. Platone regge il Timeo e solleva il dito verso l'alto a sottintendere la sua filosofia basata sul mondo delle idee trascendenti (che risiedono appunto nella sfera celeste) e Aristotele regge l'Etica e distende il braccio destro col palmo che potrebbe sembrare
aperto verso terra,ma in realtà la mano è protesa in avanti a sottolineare l'attenzione all'uomo, alla
sua interiorità, in linea con il libro che ha con lui che è l' "Etica Nicomachea".
L'essenza del loro pensiero è quindi racchiusa in semplici gesti, una delle caratteristiche più straordinarie di Raffaello.
Nella raffigurazione dei due filosofi è stato visto, fin dal XVI secolo, anche un paragone con i due
apostoli Pietro e Paolo.
Platone e Aristotele rappresentano i due principali poli di aggregazione delle altre figure.

Marco Vitruvio Pollione è stato un architetto e scrittore romano, attivo nella seconda metà I secolo a.C., considerato il più famoso teorico dell'architettura di tutti i tempi.
Celeberrima rappresentazione delle proporzioni ideali del corpo umano, dimostra come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure "perfette" del cerchio e del quadrato.
L'opera conservata a Venezia viene attribuita al periodo in cui Leonardo, in viaggio per Pavia (dal 21 giugno 1490), ebbe
modo di conoscere Francesco di Giorgio che lo rese partecipe della lezione di Vitruvio, che Martini stava traducendo e che Leonardo potè leggere.


Il Giudizio universale è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato tra il 1536 e il 1541 per decorare la parete dietro l'altare della Cappella Sistina (Musei Vaticani).
Si tratta di una delle più grandiose rappresentazioni della parusia, ovvero dell'evento dell'ultima venuta alla fine dei tempi del Cristo per inaugurare il Regno di Dio. Il Giudizio universale segnò la fine di un'epoca e costituì uno spartiacque della storia dell'arte e del pensiero umano: all'uomo forte e sicuro dell'Umanesimo e del primo Rinascimento subentra una visione caotica e angosciata che investe tanto i dannati quanto i beati, nella totale mancanza di certezze che rispecchia la deriva e le
insicurezze della nuova epoca.

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