Catastrofe demografica

Hernan Cortes
Prima che arrivassero gli europei la popolazione in America era numerosissima. Dopo le prime conquiste i numerosi abitanti furono impiegati nel lavoro della ricerca dell'oro di cui se ne trovò poco. Tuttavia era iniziato ormai il processo che avrebbe decimato la popolazione indigena nel giro di un secolo.
Tra le cause del crollo delle popolazioni locali ci fu l'encomienda istituita nel 1503: a ogni spagnolo che arrivasse nel nuovo mondo venivano consegnati un terreno e un gruppo di Indios che in teoria veniva affidati al padrone spagnolo perché li istruisse sul cristianesimo.
Nella realtà invece si trattò di una concessione di manodopera servile.
Il trattamento riservato agli Indios era talmente brutale che nel 1511 suscitò le protese dei frati domenicani. Un'altra ragione del crollo demografico furono le malattie che gli spagnoli portarono dall'Europa perché il continente americano non conosceva le malattie europee ed era venuto in contatto con queste tutte insieme. I nativi americani per tanto non avevano sviluppato le difese immunitarie che si costituiscono col tempo. Di conseguenza al momento del primo contatto la mortalità fu elevatissima tra le malattie quella che colpì di più fu il vaiolo.
Nel 1519 Cortes arrivò in Messico con una flotta che non era troppo numerosa eppure in due anni sconfisse l'impero Azteco.
I fattori di questa vittoria furono molteplici: in anzitutto il sovrano azteco Moctezuma considerò gli stranieri come divinità perché erano completamenti diversi da quello che avevano conosciuto fino a quel momento. Quindi anziché sfruttare la propria superiorità numerica, gli Aztechi rimasero paralizzati, quindi Cortes riuscì ad imprigionare il sovrano senza difficoltà. Solo dopo la morte del re iniziarono a lottare, però gli spagnoli furo svantaggiati dal caso. Infatti, mentre Cortes era in fuga dalla capitale un epidemia di vaiolo colpì la popolazione quindi gli spagnoli ebbero il tempo di riorganizzarsi.
Inoltre, prima di assediare la capitale Cortes aveva trovato un aiuto nei popoli messicani nemici degli Aztechi, di conseguenza la superiorità tecnica degli spagnoli divenne invincibile.
Dopo un blocco navale della capitale Cortes vinse.
Dieci anni dopo la distruzione dell'impero Azteco gli spagnoli conquistarono l'impero degli Inca che, si estenda dalla Colombia fino al Cile e il suo centro era il Perù con capitale Cuzco.
Gli elementi che resero possibile la conquista degli Inca furono simili a quelli che avevano aiutato Cortes: il vaiolo e una guerra civile.
L'episodio decisivo ebbe luogo nel 1532 quando Pizzarro catturò il re Atahualpa.
Negli stessi anni gli spagnoli conquistarono anche il Guatemala che fu difficile a causa della giungla che rendeva impossibile utilizzare la cavallerie che era imbattibile.
Inoltre i Maya non erano uniti in un unico stato ma in città-stato, quindi la resistenza dei Maya durò 14 anni.
La conquista di questi imperi suscitò in Spagna un dibattito sulla legittimità della sottomissione di questi popoli, una prima discussione era avvenuta nel 1511 con la denuncia dei domenicani contro le encomienda. Uno dei frati più importanti fu Bartolomeo de Las Casas, che dopo aver assistito alle violenze dei conquistatori spagnoli chiese che fosse riconosciuta l'umanità degli indigeni e che il re intervenisse. In più cercò di capire il comportamento degli Indios per immedesimarsi e capirne la cultura. Alla fine sostenne che possedere le miniere nel nuovo mondo fosse un atto privo di legittimità.

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