La follia di Orlando
In questo episodio della follia di Orlando Ariosto riporta la sua concezione dell’amore come malattia dello spirito che comporta la perdita d’identità.
Questa concezione parte dall’antichità fino ad arrivare all’umanesimo, ma nel furioso assume una posizione originale perché Ariosto mette la pazzia amorosa al centro dell’opera, rappresentandone le manifestazioni e le cause.
In questo episodio grande importanza ha la relazione tra personaggio, azione e luogo.
I luoghi dell’azione e della follia sono due:
- La fonte è la grotta; dove si trovano le iscrizioni lasciati dai due amanti (Angelica e Medoro).
- La casa del pastore; dove hanno soggiornato.
In entrambi i luoghi Orlando arriva condotto dal caso mentre cerca riposo: il caso quindi, è presentato come una forza oscura che ostacola l’eroe. Orlando inoltre è in grado di decifrare i segni che mostrano l’amore tra angelica e modero. Per non soccombere al dolore orlando cerca in vano di annullare questa conoscenza, quindi la follia di Orlando avviene perché pensa troppo, non è il lasciarsi andare.
Ariosto quindi, lascia emergere la sua opinione diversa dagli altri umanisti: non è detto che la verità sia sempre positiva e che il ragionamento rappresenti la strada per la felicità.
La seconda parte del brano è dedicata allo scivolare di orlando nella follia descritto in tutte le fasi:
- Rimane inebetito quando vede le iscrizioni di Medoro;
- Vede altre iscrizioni alla capanna del pastore;
- Il pastore gli rivela la verità.
Il dolore di Orlando si trasforma in una furia distruttrice. Nel giro di 4 giorni impazzisce completamente e vaga come un animale perché la perdita della ragione significa perdita dell’umanità.
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