Torquato Tasso: vita e opere
Vita
Tasso nasce a Sorrento nel 1544 da una famiglia nobile. A seguito di una rivolta contro la famiglia che li ospitava, Tasso e suo padre vengono dichiarati banditi e costretti all’esilio. Da questo momento soggiorna in diverse corti italiane seguendo il padre.
A 15 anni mentre si trovava a Venezia scrive 116 ottave di un poema cavalleresco dedicato alla prima crociata, il Gierusalemme, allontanandosi dal modello di Ariosto. Il lavoro resta interrotto.
Nel 1565 Tasso entra ufficialmente al servizio degli Este con il compito di divertire la corte e di lodare i signori.
Questo periodo ferrarese è il più proficuo poiché tasso scrive molte delle sue 1700 rime, è qui che nasce il primo capolavoro cioè l’aminta un dramma in 5 atti a lieto fine.
L’opera che però occupa l’autore per dieci anni è il Goffredo un poema cavalleresco dedicato alla prima crociata e a Goffredo di Buglione.
Tasso decide di far revisionare l’opera da un collegio di esperti romani che la condannano e criticano. Tasso in un primo momento difende l’opera e poi decide di auto censurarsi riscrivendo le parti più criticate.
Infine rimanda la stampa.
Tasso si ammala di crisi depressive e a seguito dell’aggressione a un servo fugge da Ferrara per 4 anni. Nel 1579 ritorna a Ferrara, ma viene internato nell’ospedale di sant’Anna per 7 anni.
Mentre si trova a Sant’Anna il manoscritto del Goffredo circola finché nel 1581 un editore stampa a Parma un edizione non approvata da Tasso con il titolo di Gerusalemme liberata.
L’opera ha un successo immediato e si diffonde in tutta Europa.
L’autore però vuole modificarlo quindi dopo la sua liberazione nel 1593 pubblica la Gerusalemme conquistata. Dedicata a un cardinale e aumentata di 6500 versi divisi in 24 libri, la conquistata è più rispettosa della storia, però non ha successo, perché i lettori preferiscono la prima.
Negli ultimi 10 anni della sua vita Tasso è tormentato dalla sua vita e si dedica alla scrittura di alcune opere, infine chiede ospitalità in un convento dove muore il 25 aprile 1595.
La Gerusalemme liberata
La Gerusalemme liberata è un poema eroico la cui prima stesura risale al 1575.
L’edizione moderna a cui si fa riferimento oggi risale a quella del 1581.
Il poema è composto da 20 canti in ottave e tratta il tema della fine della prima crociata nel 1099, quando i cristiani cercano di liberare il santo sepolcro dagli infedeli.
Nel poema si contrappongono i cristiani e gli infedeli.
Cristiani:
- Goffredo di Buglione; un eroe destinato a fallire;
- Rinaldo, che è destinato a salvare Gerusalemme è l’eroe che non vacilla mai. Viene anche imprigionato nelle isole fortunate e sarà poi salvato da Carlo e Ubaldo;
- Tancredi, che è innamorato di Clorinda che però è pagana. Per questo viene allontanato dall’esercito e finirà con uccidere Clorinda in battaglia. Non è un protagonista ma combatte contro Argante.
Infedeli:
- Argante, è spregiudicato e senza morale;
- Il re Aladino;
- Idraote, che è colui che invia Armida a rapire Rinaldo;
- Solimano;
- D’ascalana, un mago;
Figure femminili
- Clorinda, donna guerriera pagana che ama Tancredi;
- Armida, che è la maga pagana, ha il compito di ingannare i cavalieri;
- Erminia, che viene liberata dai cristiani si innamora di Tancredi, ma non è corrisposto.
La lingua della Gerusalemme liberata è definita labirintica perché è piena di figure retoriche e calchi letterari dal latino greco volgare. Il ritmo è irregolare perché a volte è ripetitivo e altre è diverso.
Edizioni:
- 1559-1961: Tasso scrive 116 stanze di un poema dedicato al Duca di Urbino con il titolo di Gierusalemme.
- 1565: gli cambia il titolo e lo chiama Gottifredo.
- 1575: inizia una prima stesura in 20 canti.
- 1580: a Venezia viene diffusa una versione pirata con il titolo di Goffredo.
- 1581: a Ferrara Tasso pubblica la Gerusalemme liberata dedicata ad Alfonso secondo (unica versione autorizzata da Tasso).
- 1584: nuova edizione dedicata a Scipione e Gonzaga.
- 1593: revisiona nuovamente l’opera per adattarla alla controriforma con il nuovo titolo Gerusalemme conquistata e non ha molto successo.
Tasso tenta di abbandonare gli schemi dell’epica classica che facevano riferimento ad Aristotele. Tuttavia il pubblico chiedeva che l’opera servisse per divertire (il diletto) ma allo stesso tempo desse dei valori paradigmatici, cioè esempi da seguire. Tasso quindi tenta di trovare un equilibrio tra tutti questi aspetti e realizza un classicismo moderno, ovvero, un nuovo stile per trattare temi di epoca classica in cui però il lettore contemporaneo potesse rispecchiarsi (infatti, il tema è la prima crociata contro gli infedeli, ma il collegamento con la realtà di Tasso è il pericolo di una guerra contro i turchi: si era appena svolta la battaglia di lepanto).
Cerca quindi di trovare un equilibrio tra il vero e il verosimile sulla base di avvenimenti storici veramente accaduti narra episodi inventati ma credibili. In più utilizza la tecnica del meraviglioso per incantare il pubblico: nel caso di Tasso si parla di un meraviglioso cristiano in cui le magie “buone” possono essere attribuite a Dio, mentre quelle “cattive” a Satana.
In Tasso si può riconoscere una tendenza agli opposti, anche nella struttura narrativa: da un lato c’è una forza centripeta che porta i personaggi a Gerusalemme; dall’altro una forza centrifuga che gli allontana da Gerusalemme.
Questa alternanza di due forze è detta peripezia. Inoltre Tasso opera una divisione netta tra bene e male, non esistono vie di mezzo: gli eroi cristiani hanno valori morali e civili. Al contrario gli eroi pagani hanno virtù che portano alla sconfitta. La magia è buona oppure cattiva e le donne sono positive o negative.
Tuttavia i personaggi hanno una psicologia complessa: per esempio sono contraddittori e inquieti.
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