William Shakespeare

Shakespeare nasce nel 1564 a Streatford-upon-Avon vicino Oxford, quasi subito riesce a mettersi sotto la protezione di un nobile che li permise di ottenere uno stato economico superiore agli altri.
La sua carriera si svolge sotto il regno di Elisabetta, cioè un periodo di pace. 
L’evento più importante di questo periodo è la vittoria degli inglesi sugli spagnoli. Nel 1599 nasce il globe un teatro, poi muore nel 1616. Shakespeare scrive in versi e anche in prosa e alternava queste due forme in uno stesso dramma (opzione non ammessa nel teatro italiano).
Shakespeare non rispetta le tre unità aristoteliche e infatti i suoi drammi si svolgono in luoghi diversi anche molto lontani tra loro, con tempi anche di mesi e con trame secondarie, oltre a quella principale, quindi è un teatro anticlassico.
Inoltre introduce figure comiche in un contesto tragico: questo si chiama contaminazione di toni e di stile.

Romeo e Giulietta
E’ una delle tragedie più famose del primo periodo di attività di Shakespeare, la vicenda si svolge a Verona all’inizio del XIV secolo. In quest’opera la situazione tragica nasce dall’intreccio, cioè da tutti gli avvenimenti indipendenti dalla volontà del protagonista.

Trama: durante una festa Romeo Montecchi si innamora di Giulietta Capuleti, le due famiglie sono nemiche quindi decidono di sposarsi in segreto, per una serie di avvenimenti Romeo è bandito da Verona e Giulietta è costretta a sposare un’altro. Per sfuggire al matrimonio finge di morire con un sonnifero e Romeo, non sapendo della finzione, la crede morta e si uccide a sua volta.
Quando Giulietta si sveglia si uccide anche lei.

Amleto
Il tema dell’amuleto è la vendetta. Shakespeare non inventò la storia ma la riprese da delle cronache antiche.
La storia di Amleto è la storia di una coscienza divisa tra l’incapacità di fingere e la finzione di tutti quelli che circondano amleto. 
Da una parte amleto odia il mondo corrotto in cui vive e vorrebbe suicidarsi, dall’altra sente di dover compiere una missione cioè ristabilire l’ordine.

Da lui nasce la figura dell’eroe impotente diviso tra pensiero e azione

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