Illuminismo

Gli illuministi sono convinti che la ragione possa rendere l’uomo autonomo e che la conoscenza si possa basare solo sulla ragione, l’obiettivo era trasformare la società intera.
L’illuminismo si propone di dare all’uomo gli strumenti intellettuali per diventare consapevoli della propria libertà.
In Italia la presenza della chiesa non permetteva la libertà che era garantita altrove. Solo nelle principali città si sviluppa un’idea più intellettuale della discussione letteraria. Le cause dell’arretratezza culturale italiana erano l’instabilità politica e la crisi economica. Anche in Italia si inizia a mettere in discussione il rapporto tra lo stato e la chiesa cercando di definire i rispettivi poteri.
Il punto più importante era decidere se la chiesa poteva intervenire nelle questioni dello stato e viceversa.
La figura centrale è Giannone che inseguito al suo libro venne incarcerato (perché aveva cercato di definire una figura di carattere storico cristo invece del suo carattere divino), stessa sorte toccò a Alberto Radicati di Passerano.
Muratori invece proponeva un cattolicesimo tollerante e cercava di conciliare l’illuminismo e il cattolicesimo.
Galiani è un altro illuminista che si occupò di temi diversi, anche Genovesi si occupò di economia politica (pone la questione del libero mercato come priorità).
Un’altro illuminista era Beccaria che pubblicò dei delitti e delle pene, nel quale tratta della pena di morte e della tortura per capirne l’utilità.
In questo periodo in Francia si diffonde l’enciclopedia di Diderot e d’Alembert: tutti i saperi vengono riuniti in un unico manuale.


L’illuminismo in Francia
Nel Settecento si diffonde la polemica contro i dogmi religiosi, per esempio si diffonde l’ateismo, ovvero: chi non crede in dio può essere comunque una persona giusta.
La rivoluzione francese conduce una polemica contro la religione: come insieme di dogmi (il loro contenuto contraddice le leggi della natura, quindi la fede e la ragione sono incompatibili), come credenze irrazionale (perché i religiosi credevano senza mettere in discussione), come ispiratrice di uno spirito di setta (secondo gli illuministi la religione dovrebbe essere riconosciuta da tutti i popoli indipendentemente dalla loro storia, altrimenti si crea il fanatismo) il rimedio al fanatismo è
lo spirito filosofico che prevede la tolleranza, ovvero convivenza pacifica tra persone di religioni diverse.

Montesquieu
È uno dei principali pensatori illuministi francese, nel suo romanzo utilizza una pluralità di voci che portano molteplici punti di vista: ogni personaggio ha la propria opinione e l’autore rimane esterno. Questo induce il lettore a esplorare nuovi punti di vista senza pregiudizi. Questo effetto si chiama straniamento.
Nel suo romanzo la cultura europea e quella orientale non sono confrontate per stabilire la migliore, ma vengono presentate in modo oggettivo per dare modo al lettore di comparare utilizzando la ragione. Inoltre in questo romanzo Montesquieu trova un affinità tra la Bibbia e il Corano.

L’illuminismo in Italia
L’illuminismo nasce in Francia e in Italia arriva con molto ritardo perché in Italia è più forte il potere della chiesa che vuole conservare le cose esistenti senza cambiare e che controlla la censura, e l’istruzione, inoltre l’Italia non è uno stato unito e viene controllato da stati diversi. I cambiamenti più importanti si svolgono a Milano e a Napoli.

L’illuminismo a Napoli, il regno di Napoli è il più arretrato di tutta la penisola, i primi cambiamenti si svolgono sotto il regno di Carlo III che instaura un governo progressista. Gli intellettuali erano molto numerosi ma erano sempre ostacolati dal governo. Es: Genovesi, che entra in contrasto con la chiesa e dopo essere diventato prete, cambia e inizia a insegnare economia.

A Milano, il ducato di Milano è governato da un dispotismo illuminato, gli Asburgo controllano il ducato con un programma di riforme. E’ qui infatti che lavorano i fratelli Verri e Beccaria.
Pietro Verri è il prototipo dell’intellettuale pubblico.

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