L'orzo

L'orzo, è il quarto più importante cereale nel mondo in termini produttivi. La granella è utilizzata nell'alimentazione umana per la produzione di malto e nell'industria della torrefazione. La pianta può essere utilizzata nell'alimentazione zootecnica come foraggio.
L'orzo probabilmente deriva dalla forma ancestrale dell'orzo selvatico distico. Secondo alcune ipotesi è stato il primo cereale coltivato dall'uomo a partire dalle aree mesopotamiche, e utilizzato per la panificazione e per la produzione di birra.

Classificazione botanica
L'orzo fa parte delle Hordeae, genere Hordeum:
  • Hordeum vulgare L., che include tutte le varietà polistiche, come le cosiddette forme tetrastiche ed esastiche, cioè quelle con le spighette disposte in modo da formare una sezione quadrangolare della spiga.
  • Hordeum disticum, le cui varietà distiche hanno le spighette laterali abortite e quindi una spiga particolarmente sottile.
Il corredo cromosomico dell'orzo è 2n = 14.

orzo distico
Culmo
Il culmo è cilindrico, cavo formato da 5-8 internodi; l'altezza può superare i 100 cm.

Foglie
Alterne, distiche; lamina lanceolata con superficie cerosa, la ligula è molto ridotta e le auricole sono glabre, molto sviluppate tanto da sovrapporsi e abbracciare il culmo.

Orzo politico
Infiorescenza
La spiga con portamento eretto, semiretto o reclinato, con 20-30 spighette aristate inserite in file opposte in un rachide a zig zag. A ogni nodo del rachide si inseriscono 3 spighette uniflore.
Nell'orzo distico la spiga si presenta appiattita perché solo la spighetta centrale è fertile mentre le due laterali sono sterili; nell'orzo politico le 3 spighette sono fertili e, quando si dispongono una accanto all'altra senza sovrapporsi, la spiga appare a 6 file.
Le glume sono molto piccole e lesiniforme; più corte o di uguale lunghezza delle glume; le glumette sono molto sviluppate e aderenti strettamente alla cariosside.
Il lemma possiede una nervatura mediana che termina in una resta robusta, seghettata, lunga 10-15cm.
La palea è piccola e avvolta dal lemma.
La fecondazione è autogama.

Cariosside
La cariosside è allungata e appuntita nelle estremità è lunga 10-15 mm circa, vestita dalle glumette e fornita di evidenti nervature. Il moncone rachillare si presenta con dei peli.
Peso dei 1000 semi 45-55 g nei distici, 35-45 g nei polistici.
Peso ettolitrico 65-75 Kg nei distici 60-70 kg nei polistici.

Ciclo produttivo
Germinazione
All'imbibizione, segue la germinazione vera e propria, con l'emissione delle radici embrionali o primarie, segue poi l'uscita del coleptile che protegge la prima foglie fino a quando non raggiunge la superficie del terreno. Le prime foglie hanno generalmente un portamento prostrato e ciò assicura alla pianta dell'orzo un'elevata capacità di competere con le avventizie che vengono da subito ombreggiate.

Accestimento
Una volta raggiunto lo stadio di 3-4 foglie inizia l'accestimento e l'emissione dell'apparato radicale secondario.
Nei terreni più sciolti questo apparato radicale ha capacità di approfondimento notevoli fino a raggiungere e superare 1 m.
La capacità di accestimento dell'orzo è superiore a quello del frumento, con maggiore evidenza nelle specie distiche.
L'accestimento è favorito da condizioni di bassa temperatura e fotoperiodo breve.

Levata
Per la maggior parte delle varietà segue con un ritmo più elevato rispetto al frumento, tanto da raggiungere la spigolatura nel mese di aprile.

Fioritura e fecondazione
Il processo inizia dalle spighette centrali della spiga e prosegue in senso radiale. alla fecondazione autogama, segue l'intensa attività di riempimento della granella, della durata 3-6 settimane.
L'orzo essendo più precoce del frumento di circa 2 settimane, riesce a sfuggire alle alte temperature  estive e a consentire una semina anticipata della coltura in successione.

Esigenze ambientali
L'orzo è una pianta microterma che, resiste bene alle alte temperature e alla siccità. La temperatura ottimale di crescita è intorno ai 15-16 °C, mentre un clima a decorso caldo e asciutto favorisce la maturazione.
La coltura teme gli eccessi di umidità dell'aria, in quanto tende ad ammalarsi, e si adatta bene alle elevate altitudini, dove grazie alla sua precocità può sostituire la segale, pur resistendo bene alle basse temperature.

Esigenze pedologiche 
La coltura dell'orzo fornisce i maggiori risultati nei terreni di medio impasto, l'orzo è il più resistente alla salinità. Il pH ottimale si aggira intorno a valori di neutralità e subalcalinità (7-8).

Esigenze nutritive
La tolleranza  dell'orzo alla siccità è notevole, stress idrici precoci in corrispondenza di abbassamenti di temperatura possono rallentare l'accestimento e l'emissione di radici con conseguenze sul resto del ciclo produttivo.
Uno stress idrico che avviene nelle fasi successive di levata o di maturazione è molto più grave nei fini produttivi, in quanto può portare alla morte di alcuni culmi di accestimento, sterilità fiorale, ridotte componenti della produzione.
Il periodo critico per quanto riguarda l'acqua è compreso tra le due settimane prima della fioritura e la maturazione del granello. L'orzo teme gli eccessi di azoto in quanto favoriscono una squilibrata crescita e possono determinare allettamenti.


Tecnica colturale
Semina
Le tecniche di semina sono praticamente quelle già descritte per il frumento. L'obiettivo è di ottenere una densità di popolazione di 300-350 piante/ m quadrato e 550-600 spighe m quadrato alla raccolta, nella produzione di malto è meglio puntare su colture meno accestite, in modo da ottenere cariossidi dai culmi maestri più uniformi e dalle maggiori dimensioni. L'epoca di semina avviene in ottobre, con leggero ritardo quando si teme la diffusione del virus del nanismo giallo che avviene attraverso gli afidi.
Il calo delle temperature, costringe gli afidi al letargo.

Concimazione
In particolare deve essere tenuto presente il fatto che la produzione di malto il contenuto proteico della granella non deve essere elevato; sarebbe quindi un errore eccedere con concimazioni. Con terreni a equilibrata fertilità può prevedere indicativamente la distribuzione di 50-60 kg/ha di azoto, 70-90 kg/ha di fosforo e 50-60 kg/ha di potassio.

Controllo della flora avventizia
I caratteri morfologici e fisiologici dell'orzo conferiscono a questa coltura una buona capacità di competizione nei confronti delle avventizie. il portamento delle foglie tendenzialmente prostrato da un lato, la precocità, la velocità di emergenza e l'alta densità dall'altro possono essere ben sfruttati per evitare di dover adottare particolari piani di controllo, come nel caso delle aziende biologiche.

Raccolta e resa produttiva
La raccolta viene effettuata con cariosside matura e basso contenuto idrico, in genere oscillante tra tredici e 22% l'umidità ottimale per la conservazione è del 13-14% circa. Le produzioni sono generalmente compre nell'intervallo di 2-7 t/ha.

Caratteristiche e utilizzazioni dell'orzo
La cariosside, viene utilizzata principalmente nell'alimentazione animale, nella produzione di malto-birra, nell'industria della torrefazione e nell'alimentazione umana.
L'impiego zootecnico riguarda tutti gli animali allevati con particolare riferimento all'allevamento suino grazie all'elevato contenuto di energia, l'unità foraggiera è definita come l'energia metabolizzabile contenuta in 1 kg di granella secca di orzo utilizzabile internazionalmente come unità di misura dei foraggi.

Le trasformazioni dell'orzo
Torrefazione o tostatura
Operazione mediante la quale si abbrustoliscono riscaldandoli gradatamente fino a temperature elevate alcuni tipi di semi commestibili.

Decorticazione
L'orzo viene sottoposto a dei processi meccanici per eliminare la parte più esterna, per ridurre la fase di ammollo da molte ore a sole 45 minuti. Mantiene gran parte delle caratteristiche originali, tra cui l'elevata presenza di fibre e sali minerali.

Perlatura
L'orzo è sottoposto a un'intenso processo di raffinazione, con la rimozione di tutta la parte esterna del chicco, affinché assuma una colorazione bianca. Questo tipo di orzo può essere immediatamente cotto, tuttavia perde le caratteristiche originarie: si riducono le fibre, si perdono vitamine e gran parte dei sali minerali.

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