Il secondo impero in Francia, La Prussia di Bismark ed il movimento nazionale tedesco
Il secondo impero in Francia
Dopo la rivoluzione francese del 1848 che aveva portato alla seconda repubblica e al suffragio universale, la politica della Francia fu concentrata nel contrasto tra borghesia e proletariato la presidenza venne data a Luigi Bonaparte che diede inizio a una politica reazionaria: i ceti meno abbienti e il proletariato vennero esclusi dal diritto di voto e ridusse la libertà di stampa. Bonaparte voleva essere nominato nuovamente presidente (vietato dalla costituzione), ma le camere rifiutarono e quindi Bonaparte con l’esercito sciolse l’assemblea legislativa e con due plebisciti si fece nominare presidente e poi imperatore con il nome di Napoleone III creando il secondo impero. Il regime imperiale stroncò ogni manifestazione e a seguito dell’attentato di Felice Orsini contro napoleone terzo venne promulgata la legge di sicurezza.
Tuttavia Napoleone si rese conto di avere bisogno delle masse per mantenere il potere e quindi fece delle concessioni al parlamento e ai proletari . Inoltre avviò enormi opere pubbliche a Parigi come i boulevards e iniziò la costruzione del canale di Suez.
In politica estera cercò di affermare l’importanza della Francia in Europa e nel mondo e i più grandi nemici erano gli austriaci e i russi: contro la Russia la Francia fece la guerra di Crimea e contro gli austriaci la Francia appoggiò il movimento indipendentista italiano, questa decisione si rivelò problematica per due motivi: uno perché napoleone voleva ottenere vantaggi personali dalla cacciata degli austriaci, ma quando capì di non ottenerli si ritirò dalla seconda guerra di indipendenza italiana, due perché l’alleanza con la chiesa cattolica imponeva ldi difendere il potere dai papi, per questo ostacolò Garibaldi che tentava di di liberare Roma dopo il 1860.
Nel 1870 il nuovo nemico della Francia fu la Prussia.
La Prussia di Bismark ed il movimento nazionale tedesco
A metà ottocento la Prussia era lo stato più importante della confederazione germanica, questo perché aveva un esercito molto forte, una burocrazia efficiente e un governo ben organizzato. Quindi gli altri paesi tedeschi pensavano che la Prussia potesse guidare il processo di unificazione. Al sovrano prussiano Federico Guglielmo IV fu proposto di guidare questo processo ma lui rifiutò perché non voleva creare una nazione a base costituzionale parlamentare. La Prussia creò sul piano economico un’unione doganale che comprese tutti i 39 stati della confederazione. Questo mercato comune aiutò l’unificazione economica di tutta l’area tedesca, la più potente dell’Europa occidentale grazie alle produzioni di carbone e metallurgiche della Ruhr, tuttavia mancava una economia nazionale che avesse una moneta e una legislazione comune.
Questa esigenza di unificazione divenne sempre più efficiente con il nuovo re Guglielmo I di Hohenzollern che affidò il governo al cancelliere Bismark che credeva nella forza delle armi e nell’aggresività politica. Il suo primo obiettivo fu rafforzare l’esercito prussiano per eliminare la presenza dell’Austria che era l’ostacolo più difficile da affrontare per unificare la Germania.
Inoltre Bismark coinvolse gli Asburgo in una guerra contro la Danimarca alla quale tolsero 3 ducati che dovevano essere inseriti nella confederazione germanica, ma Bismark li fece annettere alla Prussia.
Così si creò una tensione con l’Austria ulteriormente aggravata dall’alleanza della Prussia con l’Italia contro gli austriaci. La guerra divenne così inevitabile e iniziò nel 1866 e i prossiani vinsero a Sadowa. Con la pace di Praga l’Austria riconobbe l’annessione dei ducati danesi alla Prussia e accettò lo scioglimento della confederazione germanica, al suo posto venne creata la confederazione tedesca del Nord che riuniva tutti gli stati tedeschi del nord.
In questa nuova confederazione il popolo era rappresentato da un’assemblea eletta a suffragio universale e il cancelliere era affiancato da un consiglio.
Gli stati meridionali della Germania che non appartenevano alla confederazione si riunirono in una loro confederazione indipendente ma stipularono con la Prussia un accordo militare.
In questo modo l’influenza dell’Austria sulla Germania era finita e fu costretta a cedere il veneto all’Italia. L’unica soluzione possibile per non rompere del tutto l’impero era trasformare l’impero asburgico nell’impero austro-ungarico, riconoscendo agli ungheresi gli stessi diritti degli austriaci. I due regni mantenevano ognuno una capitale un governo e un parlamento propri ma condividevano l’esercito le finanze e la politica estera, l’imperatore era Francesco Giuseppe.
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