Il concetto di paesaggio

Il concetto di paesaggio negli ultimi anni è stato oggetto di approfondito esame e revisione.
La lettura del paesaggio riguarda lo studio della morfologia e delle dinamiche naturali e antropiche che hanno contribuito a plasmarlo e continuano a modificarlo.
Lo scopo dello studio o lettura del paesaggio permette di evidenziare le particolarità di un luogo e rappresenta il punto di partenza per la progettazione di qualsiasi tipo di trasformazione ambientale e architettonica futura.

L'evoluzione del paesaggio nel tempo
Negli ultimi millenni si è passati sempre più dai paesaggi naturali ai paesaggi artificiali, si calcola che nel corso della storia l'urbanizzazione abbia attraversato 4 fasi, durante le quali i paesaggi hanno conosciuto diversi gradi di naturalezza e artificialità e che se ne possa ipotizzare una quinta in un futuro prossimo.

La prima fase, si verificò in Europa prima dell'impero romano e nelle Americhe prima dell'invasione degli europei e fu caratterizzata da villaggi isolati con scarsi collegamenti e un'economia prevalentemente primaria.

La seconda fase, si protrasse fino al 18° secolo e fu caratterizzata da ampi paesaggi naturali e da paesaggi prevalentemente rurali.

La terza fase, si verificò dal 1800 fino alla prima metà del 1900 con l'avvento dell'industrializzazione, le città si espansero inglobando gli abitati più piccoli. Cominciarono così a prevalere i paesaggi di tipo naturali.

Nella quarta fase, che va dalla seconda metà del secolo scorso fino ai giorni nostri, prevalgono i paesaggi artificiali, sia rurali che urbani.

La quinta fase si realizzerà nel prossimo futuro e sarà caratterizzata da prevalenza di paesaggi artificiali con aumento dei paesaggi urbani e delle comunicazioni.

Analisi visive, percettive e culturali del paesaggio
Esistono due distinte tipologie di paesaggio:
  • paesaggio naturale, plasmato dalle forze della natura e composto da elementi naturali.
  • paesaggio antropico, costruito dall'intervento umano composto da elementi antropici.
Esiste una reciproca relazione fra le componenti naturali e umane alla quale, è stata aggiunta una nuova dimensione, la percezione sociale del paesaggio.
La convenzione europea del paesaggio, tenutosi a Firenze il 20 Ottobre 2000 ha definito il paesaggio "una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni.

La classificazione del paesaggio
  1. callitopi, costituiti da aree di eccezionale valore che devono essere considerate tali e quali, evitando ogni alterazione dell'aspetto.
  2. callitipi, occupano le aree anche estese di generale, elevato valore, quali le valli alpine abitate, le aree collinare abitate.
  3. normotipi, sono le aree di comune valore come le aree residenziali e industriali e le campagne coltivate di tipo estensivo in pianura.
  4. Cacotipi, sono le aree degradate, quali zone industriali dismesse, cave abbandonate, periferie con edificazioni caotiche, in queste zone si deve intervenire pesantemente cambiandone completamente l'aspetto.
Studio e tematizzazione del paesaggio
Il paesaggio viene analizzato e tematizzato per mezzo delle carte tematiche che, attraverso dimensioni, simboli, colori e adeguati procedimenti grafici, forniscono informazioni su elementi particolari di un territorio plasmato dalla presenza attiva dell'uomo. Essi rappresentano uno o più fenomeni fisici, biologici, umani, economici, ciascuno dei quali costituisce un tema particolare come geomorfologia, rapporto città/campagna, cultura/storia, microclima, paesaggio urbano, rurale, paesaggio naturale, in modo da accoglierne immediatamente le correlazioni e differenziarne o enfatizzarne alcune caratteristiche sulla carta.
La presentazione tematica della distribuzione spaziale dei fatti e dei fenomeni grafici è di due tipi:
  1. rappresentazione qualitativa, si limita a catalogare l'esistenza di fatti e fenomeni come la distribuzione delle precipitazioni della vegetazione, l'uso del suolo, la distribuzione delle risorse per la produzione primaria.
  2. Rappresentazione quantitativa, fatti e fenomeni come densità di popolazione, n. di addetti all'agricoltura e foreste, allevamento, caccia e pesca, produzione primaria netta vengono catalogati in relazione ad un ordine di importanza e grandezza.
Le carte tematiche possono anche essere divise in:
  • carte statiche, quando viene rappresentato un fenomeno stabile come la carta delle tipologie forestali.
  • carte dinamiche, quando viene rappresentata in funzione del tempo una variazione qualitativa o quantitativa ascrivibile ad un determinato "tema".
Erosione del paesaggio rurale
Il consumo del suolo è la trasformazione di superfici agricole e naturali in urbane, per edificazione e per la realizzazione di opere infrastrutturali.
Nel nostro paese, il fenomeno del consumo di suolo ha delle conseguenze negative che comportano dei costi sia in termini economici, che ambiantali e sociali.
Gli effetti dell'impermeabilizzazione sono diversi:
  • riduzione delle superfici agricole coltivate e perdita in modo permanente della fertilità con la conseguente riduzione delle produzioni agrarie.
  • alterazione del paesaggio;
  • alterazione dell'ecosistema;
  • alterazione climatica;
  • alterazione dell'assetto idraulico e idrogeologico del territorio.
L'urbanizzazione
Il fenomeno che continua ad aggredire e che modifica il paesaggio rurale, sottraendo superficie agricola, può essere paragonato ad un processo di erosione e come tale è continuo nel tempo, per cui necessita di interventi di contenimento.
In questo processo si può distinguere due fasi di transizione:
  • una fase di transizione che porta verso l'urbanizzazione dei terreni e riguarda quelle aree interessate dall'urbani sprawl, ovvero di quelle modalità di urbanizzazione di alta densità che dipartendosi dai centri abitati segue le vie stradali.
  • L'altra fase di transizione porta verso l'incolto riguardante le aree agricole interessate da fenomeni di abbandono e rinaturalizzazione.
La disseminazione urbana disordinata che ha interessato prevalentemente le aree suburbane e rurali senza alcun piano e razionalità, conseguenza di politica del territorio miopi ha portato ad un consumo di suolo assolutamente privo di senso e senza giustificazioni valide.
Questo ha prodotto quel fenomeno di urbanizzazione della campagna noto come sprawl, forma di urbanizzazione senza nessun criterio di progettazione urbanistica e sociale. Ma crescita urbana molto superiore alla crescita demografica soltanto per l'interesse economico del costruire.
I terreni edificati o interclusi, sbriciolati dalle infrastrutture sono solitamente quelli più fertili di pianura e più idonei alla coltivazione.
L'impermeabilizzazione dei suoli è uno dei problemi più preoccupanti per il territorio europeo anche perché irreversibile, il suo è considerato una risorsa non rinnovabile in quanto il suo processo di formazione è molto lento, tale da richiedere diversi decenni per produrre qualche cm di terreno.

Abbandono della campagna 
La perdita di terreno coltivato ridurrà la capacità produttiva e il tasso di autoapprovigionamento del nostro paese. Per una buona pianificazione, sono 3 le misure a cui fare riferimento: limitazione, mitigazione, compensazione.
Come interventi finalizzati alla mitigazione e compensazione degli impatti generati dalle trasformazioni nelle aree urbane e negli ambiti non urbanizzati si intendono ad esempio:
  • piccole opere di sistemazione idraulica tramite opere di ingegneria naturalistica.
  • mantenimento e realizzazione di pati stabili;
  • rinaturalizzazione di zone umide e riqualificazione di fontanili.
  • miglioramento delle aree boschive;
  • riqualificazione delle rogge dei canali irrigui e di scolo,
  • realizzazione e potenziamento di sistemi verdi quali siepi, filari, prati stabili, o prati arborati, fasce tampone buscate o boschi;
  • adozione di metodi di agricoltura conservativa, ovvero l'attuazione di pratiche colturali per migliorare la fertilità e la protezione del suolo.
  • Adozione dell'inerbimento controllato, ovvero il mantenimento della copertura erbosa nei frutteti;
  • modalità delle lavorazioni meccaniche del terreno
Alcuni interventi possono essere migliorativi che valorizzano tale risorsa, la conservazione, come assenza di interventi e manutenzione può portare verso un degrado.

L'ecologia del paesaggio
L'ecologia del paesaggio è un ramo dell'ecologia che fu così chiamato nel 1939 da biogeografia tedesco Carol Troll il quale aveva intuito che nella scala biologica dei livelli di aggregazione della materia vivente il paesaggio compare ad un livello superiore rispetto a quello dei singoli ecosistemi.
Il paesaggio è inteso come un sistema complesso di ecosistemi che interagiscono attraverso scambi di energia e materia e si collegano in un fragile equilibrio dinamico in cui si integrano fra loro gli eventi della natura e le azioni della cultura umana.
Ne consegue che le caratteristiche di un paesaggio derivano dalla somma delle caratteristiche degli ecosistemi che lo compongono e sono la risultante di tutti i processi che avvengono all'interno di un mosaico di ecosistemi.
Ogni paesaggio, è scomposto negli ecosistemi elementari che lo costituiscono e analizzato attraverso entità chiamate patches, ciascuna delle quali rappresenta la più piccola porzione omogenea di un ecosistema ed è caratterizzata da forma dimensioni e connessioni con le altre tessere; viene misurata in ettari: un paesaggio con grandi tessere è banale. Poco eterogeneo con conseguente perdita di biodiversità.
L'insieme delle tessere di uno stesso tipo viene denominato matrice mentre si chiama porosità della matrice il numero di altri poligoni diversi. Una striscia di territorio differente della matrice è rappresentata dal corridoio ecologico che è una superficie appartenente al paesaggio naturale o creata appositamente attraverso interventi dell'uomo tramite processi di rinaturalizzazione del territorio.
All'interno di un corridoio ecologico si verifica lo spostamento della fauna e lo scambio dei patrimoni genetici tra le specie presenti aumentando il grado di biodiversità, un ecotono, può essere prodotto o mantenuto sia da processi spontanei che da processi antropici.
L'unità spaziale elementare di un paesaggio che possiede caratteristiche funzionali e strutturali omogenee al proprio interno rispetto all'esterno è l'ecotopo.
Diversi ecotopi riuniti e delimitati da elementi sia naturali che antropici, costituiscono nel loro insieme le unità di paesaggio che, pur essendo differenti per struttura e funzione e caratterizzati da gradi diversi di connessione, sono correlate da scambi di energia e vanno a costituire il sistema ambientale.

Reti ecologiche 
I principali elementi che causano isolamento sono le infrastrutture che sono ostacoli insormontabili per molti animali e le zone industriali e le città che trasformano spazi stretti in aree edificate e urbanizzate.
Affinchè la tutela della biodiversità sia efficace è fondamentale che le aree naturali siano connesse tra di loro per tanto per rete ecologica si intende un sistema interconnesso di habitat di cui salvaguardare la biodiversità ponendo quindi, attenzione alle specie animali e vegetali potenzialmente minacciate.
Gli elementi di una rete ecologica strettamente interconnessi tra di loro sono fondamentalmente 4 distinti in:

  1. aree nucleo o aree centrali, che costituiscono l'ossatura della rete essendo formate dagli ecosistemi, dotati di un elevata naturalità come parchi e riserve.
  2. aree tampone, o fasce di protezione o aree cuscinetto che si trovano contigue alle aree nucleo e svolgono funzione di protezione, garantendo l'indispensabile gradualità degli habitat.
  3. corridoi ecologici o fasce di connessione, che sono strutture lineari e continue di forme e dimensione varia che hanno funzione di collegamento tra le aree di alta naturalità e consentono la mobilità della specie e l'interscambio genetico.
  4. aree puntiformi, sono aree di piccola superficie che occupano una posizione strategica per sostenere specie di passaggio su un territorio come durante la migrazione di avifauna, oppure per ospitare articoli microambienti in sostituzione di habitat critici, come piccoli stagni in aree agricole.
Rete natura 2000
Il continuo degrado degli habitat e le minacce che gravano su taluni specie sono fra i principali interessi della politica ambientale dell'unione europea il cui territorio ha subito nel tempo, numerose frammentazioni degli ambienti naturali a favore dell'urbanizzazione, dell'attività industriale, dell'agricoltura intensiva e delle infrastrutture.
  • direttiva 92/42/cee, detta direttiva habitat che prevede l'individuazione e la protezione di siti caratterizzati da habitat naturali e seminatura e speci animali e vegetali considerati di interesse comunitario.
  • direttiva 79/409/cee, detta direttiva uccelli, sostituita con la direttiva 2009/147/ce che richiede la conservazione di molte specie di uccelli, si l'individuazione di aree da destinarsi alla loro protezione.
Ogni stato membro dell'ue deve contribuire alla costituzione della rete ecologica europea natura 2000.
Individuando aree di particolare pregio ambientale denominati siti di importanza comunitaria.
In esecuzione della direttiva habitat che vanno ad affiancare zone di protezione speciale in esecuzione della direttiva uccelli.
La salvaguardia delle risorse e dell'integrità ecologica di un sic implica:
  • mantenere e migliorare la biodiversità degli habitat.
  • conservare e o ripristinare gli equilibri biologici alla base dei sistemi naturali.
  • tenere sottocontrollo ed eventualmente limitare le attività che incidono sull'integrità ecologica dell'ecosistema.

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